Pezzi di vetro

Figure di vetro – di Patrizia Fusi

Un grande pezzo di vetro rosa:  osservandolo vedo al centro un grande esagono, dentro a questa forma gigantesca otto triangoli allungati e sui lati  altre figure si formano e riflettono la luce in maniera diversa, guardandoci dentro vedo quello che mi circonda separato, sfalsato. Si rompe l’immagine intera in tante figure e guardando si spezzano e si uniscono in un collage di figure.

 

Il silenzio parla

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Anche il silenzio parla – di Mirella Calvelli

Quando ho dovuto separarmi da chi amavo, o da chi non amavo più, il dialogo è stato determinante. Sono andata a ricercare sensazioni ed emozioni profonde, nell’analizzare il trascorso per capire se qualcosa era pendente. Il fatto poi di non averlo trovato mi ha permesso di acquetarmi quando il dolore è stato forte per la perdita e di conseguenza ho avuto  la possibilità pacifica di lasciarli andare.

Forse solo con una piccola entità, mai nata, non è stato possibile, non certo per mancanza di volontà, ma per quello che in maniera sbrigativa definiamo destino.

Avrei voluto fargli conoscere il sorriso di sua madre, chi era, da dove veniva e dove stava andando. Che in quel lungo, spero, percorso mi accompagnavano i suoi fratelli e con i quali avrebbe potuto condividere molto e sicuramente avrebbe anche modificato delle situazioni, creando un futuro diverso.

Non è mia intenzione appesantirlo di ciò, ma per fatalità della vita tutto questo diventa reale. Ognuno al suo posto come su una scacchiera, ogni componente fa le sue mosse e immancabilmente influenza quelle altrui. Ma probabilmente questo non era il suo gioco, so per certo che una piccola parte di lui  è sotto un roso del mio giardino, che continua a fiorire e rifiorire, anche quando non è più la stagione.  Il primo e l’ultimo a sbocciare, a regalare profumi ed intensità di colore, forse in un altro modo di comunicare….Alla fine anche il silenzio parla.

Trasparenze

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Trasparenze tra poesia e prosa – di Rossella Gallori

Caleidoscopio  trasparente

In un mondo incosciente

Io, regina di niente.

Amare,  sì, era il mio scopo

Ma ora, non dopo

Cerco la strada

Per male che vada

Sarà una salita

Comunque è vita.

Sento il freddo tra le mie mani, il bleu pavone, di una notte insonne, si mescola all’azzurro dei giorni migliori.

Son fiori

Dentro, non fuori.

Fiori trasparenti

Per giorni importanti

Una grande luna rosa

Un vestito da sposa

Grosse caramelle tonde come stelle

Mi abituo ai colori

Sfaccettature di cuori

Poi all’ improvviso, non guardo più, questo gioco non è il mio, non mi appartiene.

Io regina incosciente

In un mondo impotente

Inutile caleidoscopio  di niente

Chicche giganti

Pensieri pesanti……….

 

Pietre di luce

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 I GIOIELLI DELLA REGINA – di Simone Bellini

La bottega di mastro Zircone è un antro buio e misterioso. Dopo il cupo corridoio, si apre alla luce con un finestrone che fa brillare le infinite gemme lavorate dalla grande sapienza artigiana del maestro gioielliere.

Il tavolo da lavoro posto davanti alla finestra è di un legno antico, vissuto, piagato dai tanti segni lasciati dai vari attrezzi da lavoro. Su di esso ci sono pezzi grezzi e informi delle preziose gemme, sembrano goccie di mare pietrificato in attesa di assumere una forma perfetta e regale.

Lui è lì, piegato sul suo lavoro, piegato anche nel fisico, ma la passione per quello che crea con tanto amore lo ripaga più della venale preziosità di quelle pietre

Silenzio non sempre

 

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Il silenzio – di Sandra Conticini

Il silenzio mi dà un senso di pace e di tranquillità e, quando sto bene lo cerco, ma quando non sono in armonia con me stessa mi fa sentire sola ed ho quasi paura….così cerco la confusione e la compagnia. Il silenzio fa pensare, ma anche sognare. Quando sei sveglia nel silenzio della notte le cose a cui pensi non sono quelle che vorresti e speri che arrivino presto i rumori del giorno perché ti fanno distrarre e riesci a non pensare….

 

Il silenzio dei bambini

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BAMBINI IN SILENZIO – di Elisabetta Brunelleschi

Claudia, mia figlia, aveva poco più di un anno e già zampettava per la casa.

Fu un attimo, era con me in cucina, mi volto e lei non c’era più. Tutto era silenzio.

Vado subito nel bagno perché appassionata d’acqua com’era, aveva scoperti come azionare i rubinetti e per far scorrere l’acqua.

Non c’era e il silenzio continuava.

La nostra casa non è un castello, con pochi passi ogni stanza può essere controllata, quindi mi volto e sono in camera, giro intorno al letto e la vedo seduta davanti al comodino.

Aveva preso i calzini del babbo e se li era messi sulla testa e intorno al collo a formare una grande parrucca e tante collane

La trovai così che mi guardava con aria trionfante mentre raccoglieva altri calzini.

Non era successo nulla di grave, Claudia giocava.

Ma io quando ci ripenso mi sento dentro un senso di disagio: bastò un attimo e lei, in silenzio, si era allontanata. Le case, a volte, possono essere anche molto pericolose!