Silenzio storico

ecclissi

La natura fa silenzio – di Nadia Peruzzi

Un grembiulino bianco, la cartella in una mano, la nonna che aggiusta per l’ennesima volta il fiocco blu che non vuole star dritto.

Ricordi lontani, di un giorno così diverso dagli altri, che ancora è qui a farmi compagnia. Nel cassetto delle cose lontane che hanno lasciato un segno forte.

C’era qualcosa di diverso nell’aria,  quel giorno. Anche il fatto che la mamma mi accompagnasse fino a metà della salita che portava fino a scuola  era insolito. Andavo in gruppo con gli altri bambini  abitualmente. Ci piaceva camminare. La scuola non era distante da casa.

Ci arrivammo velocemente nel punto in cui le maestre ci avevano dato appuntamento. C’era già un mondo di bambini, maestre e qualche genitore. Il brusio si sentiva da lontano. Ma quello suonava diverso, sapeva di attesa.

Aspettavamo l’eclissi di sole.”Sara’ totale”,  avevano detto anche alla radio  le sere precedenti. Chissà cosa vorrà dire di preciso, la luna che fa ombra al sole! Deve esser bello,  avevo pensato. Di solito un po’ di ombra non guasta mai, il sole scotta parecchio quando ce la mette tutta tutta.

Mi rivedo mentre prendo il vetro affumicato che la mamma ha tirato fuori dalla tasca. Naso all’insù , testa indietro, precipitiamo mano a mano nell’ignoto. Il brusio iniziale comincia a placarsi,  prevale il silenzio. Ci scopriamo elettrizzati, e un pochino impauriti. Tanto più che il nostro silenzio è lo stesso della natura attorno a noi. Non il cinguettio di un uccellino, né l’abbaiare di un cane, né il miagolio di un gatto. Figurarsi i coccodé delle galline, timorose come sono!

Silenzio e respiri trattenuti, qualche sospiro mentre vediamo attraverso il nostro vetrino che ciò che sembrava una semplice virgola nera sul sole, se lo stava man mano mangiando tutto. E si stava mangiando non solo quello. L’azzurro del cielo era sparito e con lui il calore. Il sole sembrava la padella di ferro che la nonna usava per friggere e il bagliore dei raggi solari a far corona,  sembrava quello del fornello, ma dal fornello e da quel fuoco il calore non arrivava più.

Tutto si era fatto buio, più che di notte. E noi ce ne stavamo li raggrinziti, e raggelati dalla  sensazione di freddo che cominciava a entrarci nelle ossa.

Con il calore anche i colori sparirono uno dopo l’altro. Non più i verdi smeraldi dell’erba e delle foglie, né il bianco delle margherite. Persi del tutto il rosa e il giallo, per non parlare del rosso. Un velo mortifero si era steso sulla campagna e sulle cose attorno a noi privandole di ogni vitalità. Nemmeno i nostri vestitini erano più gli stessi.

Fu un attimo. Il silenzio era così forte che si poteva quasi sentire. Sapeva di paura che nulla tornasse come prima. Paura che quell’ombra rimanesse li per sempre .

Eravamo piccoli e non potevamo capire che avevamo assistito ad un evento che aveva atterrito popoli e genti da che il primo uomo aveva fatto la sua comparsa sulla terra. Né potevamo capire che di fronte a noi , su quello schermo immenso che era la volta non più celeste , era avvenuto uno scontro immane fra la vita e la morte.

Era durato un tempo impercettibile, ma quello era stato.

Pian piano seguimmo il procedere della immensa ombra nera verso sinistra. Il sole da ragazzo prepotente qual è sconfisse del tutto la macchia che lo aveva oscurato. Ritornò il sereno, tornò a pulsare la vita. Tornarono a farsi sentire gli animali. I colori ripresero velocemente il loro splendore e la loro vivacità.

La mamma mi prese per mano e ci avviammo verso la scuola.

Qualsiasi residua sensazione di timore sparì del tutto. Il silenzio aveva già lasciato il posto ad un vocio festoso.

 

 

Avatar di Sconosciuto

Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

Lascia un commento