Un attimo di luce

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(Caravaggio)

Tina Conti: A lume di candela

Intorno al nostro consueto tavolo coperto di rosso, siamo passate lentamente dalla luce esterna di un grigio pomeriggio alla luce di cinque lumini.
Posati tutti in fila sullo stretto vassoio davanti a noi.
Prima un certo spaesamento poi un graduale adattamento di sguardi, ombre, attenzione.
Tutto per me è lentamente cambiato, mi sentivo in un luogo antico, fatto di forme nuove, di volti e oggetti che dovevo riposizionare, contornare.
Sentivo e vedevo un gruppo di persone  che comunicavano fra di loro  come in un dipinto di Caravaggio.
Il pittore nelle sue opere ci ha fatto vedere il suo mondo, quello che lui vedeva, odorava , sentiva  e come la realtà fosse creata dalla luce dei lumi di allora.
Ancora oggi davanti ai suoi lavori sentiamo  le emozioni di quei corpi ,la  loro vicinanza, il calore e il buio intorno. vediamo le vesti,  avvertiamo gli stati d’animo del momento
Anche  ora avverto che tutto si acquieta, si illumina il cuore, si indirizza l’attenzione in quello spazio, su quella luce, su quei suoni e rumori. Vedo colori caldi spalmati ,arrotondati mai violenti. Sento un’intimità nuova un fluido diverso: quello dell’attimo.

Nella neve le luci promettono il Natale

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Nadia Peruzzi: La notte di Monaco

I fiocchi di neve scendono fitti fitti, nella notte di Monaco, a creare un clima magico. Una anticipazione di Natale, inattesa e tuttavia più che gradita. Nelle case piccole luci si accendono. Alcune fisse e troppo forti, tanto da tradire l’artificio. Molte si affacciano ai davanzali, tremule, altalenanti ma calde. Fanno casa, attesa, consuetudini, affetti, accoglienza.

Sono partita per far visita ad un’amica che non vedevo da qualche tempo e per mettermi un po’ dietro le spalle un periodo triste, denso di assenze.

Il viaggio in treno quasi ti culla. Prepara lentamente al nuovo che sta arrivando, e aiuta a far scivolare via, man mano, quello da cui stai un po’ cercando di scappare. Ogni cambio di paesaggio sa di promessa, di novita’  che stanno per arrivare.

La neve poi, quella sì, mette allegria.

Bei giorni di visite, chiacchiere, di calore amicale ritrovato e rinsaldato ad ogni momento.

Sulla via del ritorno intenso e struggente il desiderio che di quelle luci che hai visto a punteggiare quell’anticipo di Natale almeno una si possa accendere a rischiarare il rientro a casa.

Avrei voluto trovarne una tremolante sulla finestra del salotto. Avrei voluto che fossero le tue mani,  non più salde, ad accenderla per darmi il benvenuto  in un soffio anticipato di calore e di gioia, sapendo quanto ti avrei raccontato  dei giorni passati lontano.

Un pensiero fugace.

Si è spento in un soffio, come una candela.

Quella fiammella a casa non c’è più nessuno che possa accenderla.

Anche la tua luce si è spenta e di te rimane solo ricordo!

I lumini fanno pensare…..

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Carla Faggi: Preghiera laica

 Dare un senso alla mia vita…..

Non ho figli, non lascerò niente.

Sarò passata e sarò dimenticata.

Ho tanto amato ma non basterà a ricordarmi.

Ho amato i miei genitori, la mia famiglia.

Ho amato i miei cani.

Ho amato e amo tantissimo mio marito.

Ma tutto questo non basta. Non lascio niente.

La religione non mi aiuta.

La politica non mi ha aiutato.

Dare un senso alla mia vita….

 

Fiamme nel caminetto

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Mirella Calvelli:   I LUMINI E IL CIOCCO

Un pezzo di legno di quercia richiama l’inverno e un caminetto acceso.

L’odore del legno che arde, l’ipnosi della fiamma e l’intimità che si è creata fra noi due quella sera di dicembre.

Una giornata bellissima, con un sole splendente, ma fredda…e la sera quando il tepore ci ha lasciato infreddoliti nella grande cucina abbiamo acceso il camino della stanza a fianco.

Un grande tavolo di marmo con una grossa spaccatura su un lato mi colpisce.. chissà quanto avrà fatto da appoggio, da piano di lavoro, quanta memoria e segno del suo tempo.

E mentre ti occupi della fiamma che non faccia fumo, che non si affievolisca, che abbracci il legno ma lentamente…io inizio a preparare la nostra prima cena insieme in intimità.

Gli odori si spandono nella stanza velocemente, mentre la fiamma bluastra del fornello è quasi l’unica luce in quella grande cucina, fatta eccezione per una pila bloccata su un vaso ci illumina come fosse una guardia giurata e pare che dica ..chi è là?

Noi due solo noi due che sfaccendiamo per preparare la tavola, e che sia tutto perfetto. Intanto il fuoco crepita e scoppietta allegramente, sprigionando colori intensi di rosso, giallo e arancio ed emana calore.

I vetri si appannano a causa della grossa escursione termica ed iniziano a piangere, rigandosi fino a quando le lacrime si staccano con un tuffo e toccano terra andando a formare una piccola pozza d’argento che anche lei brilla alla luce del fuoco.

Tutto è pronto…adesso accendo le decine di candele che ho portato per l’occasione, sul bordo del camino, ai lati della stanza, sotto al tavolo sull’asse orizzontale fra le due grosse zampe leonine.

L’atmosfera è magica le luci si confondono, si intrecciano, tremano e creano ombre.

Distendo quella coperta dorata..pannolano o cardano la chiamavano?

Comunque è comoda adagiata qui davanti al camino e via via perde l’umidità che tratteneva e anche quell’odore un po’ di muffa, di stantio, di abbandonato…

La cena è pronta, ma non abbiamo ancora voglia di mangiare…si fredda, mi dici..ma non credo sia importante .

Il tuo corpo mi scalda mentre il camino imperterrito fiammeggia.. Lo sento ..lo avverto  diretto e quando mi sposto mi raffreddo..Mi fa sudare e poi mi rinfresca…le luci delle piccole candele “i moccoli” presenziano silenziose, testimoni oculari di quella nostra sera.

All’improvviso, un tonfo…, la torcia cade facendoci sobbalzare…chi è là? …Noi sempre noi …e ridiamo, era da tanto che la parola “noi” non assumeva un significato così appropriato.. saranno state le luci a renderla così intensa e ricca di un nuovo significato.