Mirella Calvelli: I LUMINI E IL CIOCCO
Un pezzo di legno di quercia richiama l’inverno e un caminetto acceso.
L’odore del legno che arde, l’ipnosi della fiamma e l’intimità che si è creata fra noi due quella sera di dicembre.
Una giornata bellissima, con un sole splendente, ma fredda…e la sera quando il tepore ci ha lasciato infreddoliti nella grande cucina abbiamo acceso il camino della stanza a fianco.
Un grande tavolo di marmo con una grossa spaccatura su un lato mi colpisce.. chissà quanto avrà fatto da appoggio, da piano di lavoro, quanta memoria e segno del suo tempo.
E mentre ti occupi della fiamma che non faccia fumo, che non si affievolisca, che abbracci il legno ma lentamente…io inizio a preparare la nostra prima cena insieme in intimità.
Gli odori si spandono nella stanza velocemente, mentre la fiamma bluastra del fornello è quasi l’unica luce in quella grande cucina, fatta eccezione per una pila bloccata su un vaso ci illumina come fosse una guardia giurata e pare che dica ..chi è là?
Noi due solo noi due che sfaccendiamo per preparare la tavola, e che sia tutto perfetto. Intanto il fuoco crepita e scoppietta allegramente, sprigionando colori intensi di rosso, giallo e arancio ed emana calore.
I vetri si appannano a causa della grossa escursione termica ed iniziano a piangere, rigandosi fino a quando le lacrime si staccano con un tuffo e toccano terra andando a formare una piccola pozza d’argento che anche lei brilla alla luce del fuoco.
Tutto è pronto…adesso accendo le decine di candele che ho portato per l’occasione, sul bordo del camino, ai lati della stanza, sotto al tavolo sull’asse orizzontale fra le due grosse zampe leonine.
L’atmosfera è magica le luci si confondono, si intrecciano, tremano e creano ombre.
Distendo quella coperta dorata..pannolano o cardano la chiamavano?
Comunque è comoda adagiata qui davanti al camino e via via perde l’umidità che tratteneva e anche quell’odore un po’ di muffa, di stantio, di abbandonato…
La cena è pronta, ma non abbiamo ancora voglia di mangiare…si fredda, mi dici..ma non credo sia importante .
Il tuo corpo mi scalda mentre il camino imperterrito fiammeggia.. Lo sento ..lo avverto diretto e quando mi sposto mi raffreddo..Mi fa sudare e poi mi rinfresca…le luci delle piccole candele “i moccoli” presenziano silenziose, testimoni oculari di quella nostra sera.
All’improvviso, un tonfo…, la torcia cade facendoci sobbalzare…chi è là? …Noi sempre noi …e ridiamo, era da tanto che la parola “noi” non assumeva un significato così appropriato.. saranno state le luci a renderla così intensa e ricca di un nuovo significato.