Il calore della stufa

 

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Maria Laura Tripodi: Calore

Ho ancora ben presente il profumo tipico che rilasciava la cucina economica. La mamma stendeva  i panni umidi di piccole dimensioni su un aggeggio che stava attaccato al tubo della stufa e che si apriva a raggiera. E poi a volte c’era il profumo del pane, messo a biscottare al calore che piano piano si affievoliva e infine si estingueva.

Quella era l’unica fonte di calore per tutta la casa con il risultato che nessuno di noi bambini si sarebbe voluto allontanare dalla cucina. Anzi no: il letto gelido, nelle stanze gelide  veniva stemperato con un mattone scaldato dentro la stufa e poi avvolto in un panno.

Quando ho imparato a scrivere,  qualche volta, quatta quatta e incurante del freddo, mi costringevo a uscire dal calduccio del letto. Per non svegliare gli altri non accendevo la luce: al barlume incerto di una piccola candela affidavo i miei pensieri a un quadernino che  mi avrebbe accompagnata per tutta la vita.

Le candele dappertutto

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Rossella Gallori: Potevi aspettare mamma!

…Menomale…ha smesso di soffrire…forse ora sta meglio….tu non ce la facevi più,  vero?

Corro lungo via De Pucci, è la fine di ottobre,  fa freddo , ho poco addosso  ed ho dimenticato l’impermeabile a negozio…

Ho la divisa, sono mezza, zuppa,  dentro e fuori…arrivo:  è già “incartata “…MI POTEVI ASPETTARE, NO MAMMA????Potevi soffrire un altro po’ , tanto ci eri abituata!”.

Il lenzuolo bianco era pronto da sempre, loro lo hanno usato e nuda ti ci hanno posata, piegata  da un lato…..

Entro, le candele sono per terra, c è un profumo nell’aria  che a confronto la marijuana  è una caramella di menta….candele per terra ….tante, la fiamma si riflette sulle pareti . Dicono che tra poco viene il rabbino, io francamente me ne infischio,  piango ….eppure lo sapevo”…. ma se anche si sa si soffre forse meno? Raoul mi porge un asciugamano,  ….ma sono bagnata dentro

“Avevi detto che morivi , quando non ero a lavoro!”

Arrivano le vecchiette, una ad una , “era tanto  giovane!” ma a 86 anni siamo ancora giovani?

Ho fame, ho sempre fame quando ho paura, lo stomaco mi si è chiuso solo per i grandi amori, ma  solo all’inizio, poi ho ripreso sempre  a mangiare …e non c’è più  cibo nella stanza di mia madre, ed è venerdì  e le macchiette del caffè,  sono ebraicamente spente.

Il profumo diventa odore, odore di fumo, perché  quando si è  soli dentro, si percepisce di più…..Brucia il mio silenzio, brucia il mio non capire le preghiere e brucio io, con le candele accese …che in silenzio mi dicono che  la mamma è morta.

Luce tremula

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Roberta Morandi: Candele alle terme
Marmo rosa, fiammato, come le candele accese sparse un po’ dovunque: sono tante, 20, 30 o forse di più, alte, basse, tonde, quadrate, ce n’è una a forma di piramide più alta delle altre che riflette la sua luce tremula oltre le pareti, sono sulla vasca idromassaggio,  sulla panca in legno di faggio di fianco alla sauna, sul lavandino, e poi per terra, sul parquet in noce…  E nell’aria un vago profumo di lavanda, ma non forte, tenue, discreto come la luce tremula delle candele.
Solo candele a dichiarare il bagno e a lanciare ombre sulle pareti: Laura e Alberto nudi nell’idromassaggio, brindano con un calice di vino rosso, non bollicine, banali e anche un po’ volgari, si perché il vino rosso si addice meglio allo sfavillare delle candele e a loro due.
La luce un po’ soffusa e tremante scolpisce i loro corpi di ottantenni innamorati e lievi, li proietta come ombre cinesi, sulle pareti e ondeggiano come le candele.
Lui osa una timida carezza su quel corpo che conosce così bene: ogni piega e ruga, e ogni piccola imperfezione lui l’ha accompagnata nel suo percorso: ogni volta è piacevole sentire sotto le dita che è sempre lì al suo posto, sempre uguale e pur sempre diversa e ancor ora sussulta …