Racconto con giochi di parole di Stefania

Parole: macchia, lacerare, frequentarsi

Ambiente: pranzo di compleanno

Il mio compleanno – di Stefania Bonanni

Photo by AS Photography on Pexels.com

Non aveva voglia di grandi cose, ma di essere coccolata non vedeva l’ ora. Per questo li aveva invitati a pranzo a casa sua. Era il suo compleanno ed avrebbe dovuto cucinare, ma li voleva lì. Voleva un’ occasione per stare tutti insieme da soli, che sembra un ossimoro.

I bambini erano in forma smagliante, la figlia arrivo’ in ritardo, come sempre, ma con un sorriso che l’ avrebbe fatta perdonare anche di ore di attesa. Il suo “bambino” l’ avvolse in un abbraccio di barba e baci e lei ancora una volta si sorprese a pensare come questo fosse tutto quello che voleva davvero.

Non c’era bisogno di occasioni per frequentarci, ma la frequentazione faceva diventare avvenimenti le occasioni. Poi, naturalmente, c’era il marito, che era specializzato nell’ intraprendere ogni anno, all’ avvicinarsi del compleanno di lei, discussioni che continuavano e finivano per creare una brutta atmosfera, da spengere sul nascere i festeggiamenti. Davvero non ricordava un compleanno sereno, nel quale si fosse ricordato  o addirittura avesse pensato ad un regalo. Non lo aveva scusato, aveva pero’ preso atto del comportamento, magari era imbarazzo. Comunque non gli avrebbe permesso di rovinare la festa, quest’ anno. Aveva invitato a pranzo figli e nipoti, e lui facesse quello che credeva.

Poi, durante il pranzo, i bambini ridevano, mangiavano e mandavano lampi con quegli occhi di stelle, aspettando il momento di mostrare il loro regalo, e tutti eravamo allegri e molto felici. Proprio felici. Uno di quei momenti perfetti, capace di lacerare veli, ci fossero, riparare strappi, cucire tele e ricamarle anche di fiori colorati. Come quelli che ora ci sono, in giardino. Come quelli che si arrampicano sulla macchia d’edera. Ma cosa è successo a quella macchia? Mi sembra diversa, vedo uno strano diradamento, che non c’ era. Ridono tutti. Guardo meglio. Hanno infilato qualcosa tra l’ edera. Non so cosa aspettarmi. Boom: è la panchina che voglio da sempre, per guardare il tramonto .

Avatar di Sconosciuto

Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

1 commento su “Racconto con giochi di parole di Stefania”

  1. ” felici”

    riparare strappi, ricamarci sopra con i colori della vita…poi per magia spunta un” fiorepanchina” desiderato e prezioso.

    Buon ” tramonto speciale” Stefania

    "Mi piace"

Lascia un commento