Macchia…lacerarsi, frequentarsi ed un piccolo accenno ad un mercato….
Ti ricordo stamani – di Rossella Gallori

Metà anni 60, poco prima dell’alluvione, durante la semimiseria, con in gola la solitudine e la speranza sempre incerta che per noi ci sarebbe stato un futuro bello bello, di vestiti, di cose, di rose senza spine, di maschi senza macchia né paura, con le spalle larghe e gli occhi dolci.
Ero lì, io, in quel negozio così grande da perderci il capo, da un paio di mesi, timida e sfacciata al tempo stesso, sola, se pur sempre con qualcuno, capelli fino al culo ed una gonna che quasi non c’era…
Avevo già decretato, che non era il posto adatto a me ed era inutile che il conto di casa Gallori, fosse più che in rosso, io li non ci sarei rimasta.
Poi arrivò lei: Anna, carina sorridente, precisa nel parlare, nella pettinatura che vantava una ordinata coda di cavallo con tanto di fiocco di raso nero, la sottana al punto giusto, la camicina bianca….accompagnata dalla mamma!
Così diverse e così simili, senza babbo, con qualche fratello. Ci bastò poco per decidere di frequentarsi, anche fuori! Quindici anni, ci chiamavano le “bambine” le nostre colleghe vecchie di trent’anni nemmeno.
Quello era il tempo delle cantine, delle feste in casa: si va Anna?
Certo Rosy!
Ė le domeniche volavano, mentre lei fumava di nascosto ed io per farmi notare.
Casa mia, finchè ci fu era la sua, la sua, la mia.
Lei: via Ginori, tre piani che facevamo senza fermarsi, un corridoio lungo e stretto …se faceva freddo, si accendeva il forno, se era caldo si stava in mutande sul letto a finestre spalancate. Se c’erano i soldi si comprava la Fiesta grande, più zucchero che cacao, ed anche i ravioli della Campbell, più alluminio che sugo. Se il contante languiva c’era il piano A: andare da mio zio in via Roma e farsi portar da Bruzzichelli, il piano B prevedeva la fuga da San Lorenzo a Sant’Ambrogio, che a noi sembrava New York forse lo era, lì poi giocavamo fuori casa ma qualche bischero che pagava un panino si trovava, anche uno in due, eravamo affamate di vita, non di cibo…bastava promettere, per non mantenere, far credere…poi!
Andammo avanti 7 forse 8 anni, tra amori, i miei che non piacevano a lei…ed i suoi: ma come fa?? E glielo dicevo….
Poi, poi lei trovò quello dall’ apparenza perfetta: capello biondo, occhio azzurro, “orologio bono” macchina giusta…scelse i soldi.
Io preferii uno che sarebbe rimasto, che avrebbe aspettato il mio ritorno, rispettato il mio zig zag emotivo, uno che mi insegnasse a camminare dritta, io che tanto diritta non ero nata…..
Si sposò, non mi invitò, disse pochi intimi e ci crederti, le facemmo un bel regalo, accettandolo disse che si sarebbe licenziata.
Mi sposai io, la invitai, li invitammo, venne vestita” da soldi” non si trattenne, lui l’ aspettava fuori con una macchina “lunga”
Poi, qualche telefonata ed il quasi nulla, la sua prima figlia…e sempre più distante. Vacanze belle, la casa bella.
Riappare una sera in negozio, quei sabati interminabili, con le gambe gonfie che non avevo solo io, lei ingioiellata, le scarpe di Raspini, mi sfiorò la guancia mentre mi diceva: io Rosy questa vita di merda non la potevo fare….
Andai in bagno a vomitare, ci misi anche poco, tornai a salutarla con un sorriso così grande da lacerare gli angoli della bocca.
Seppi di te qualcosa, ma non più da te, anni senza sentirsi, il tuo lui in galera, dissero, case sparite…ricercavi lavoro, non ci volevo credere. Erano voci, non le nostre, quelle di un tempo.
Anna, Anna……
Ieri ha squillato il telefono, un ex collega, anche lui sparito, vive all’ estero, parliamo ci raccontiamo, poi un attimo di silenzio e: Sapevi di Anna, è morta
Ne sei certo?
Si!
Riattacco promettendo di richiamarlo.
Ho provato un dolore immenso, ho salato una ferita che sembrava chiusa, tanto, troppo male.
E sono tornata indietro di 50 anni, sono tornata da lei, in via Ginori, ho fatto le scale senza fatica, poi insieme siamo andate in via Guasti da me, in quella casa che non c’ è più….abbiamo mangiato la Fiesta grande, siamo andate ad un festa piccola, San Lorenzo era: il Bolshoi, sant’Ambrogio: la vie Lumière ….
Ciao Anna ti volevo bene, molto bene, troppo bene..
Ma com’ era poi la storia della vita di merda?
Vivo in una casa piccola, con un giardino piccolo, ho accanto un uomo semplice…forse solo oggi ho capito che ci sto quasi bene….
Ma non ti dimentico.
è stupendo!
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