Mercato di Sant’Ambrogio
Macchia – lacerare – frequentarsi
Il mio mercato – di Sandra Conticini

Ho lavorato per tanti anni vicino al mercato di Sant’Ambrogio e tutte le mattine, prima di entrare lo frequentavo per fare un giretto, vedere i banchi ed il venerdì facevo la spesa.
Passavo sempre di corsa tra le file, sembravo uno tsunami, il tempo era contato, mi conoscevano tutti, il pesciaiolo, il civaiolo, il trippaio, anche se non compravo niente, mi salutavano con il sorriso sulle labbra e io ricambiavo.
Era l’occasione per passare dal mio amico macellaio a fare due battute ricordando la nostra gioventù. Per un periodo eravamo un bel gruppo, siamo andati a sciare, al mare, a fare girate domenicali ed abbiamo trascorso dei bei momenti. Poi ci siamo persi di vista e ritrovarlo al mercato è stata una bella sorpresa.
Conoscevo il formaggiaio, dove andavo soprattutto in estate per prendere quelle favolose mozzarelle fresche che venivano dalla Campania.
Con i forni mi sbizzarrivo, erano diversi, da uno compravo la schiacciata croccante, da un altro il pane all’olio, da un altro il filone cotto a legna, secondo la voglia che avevo in quel momento.
Dopo uscivo e andavo dagli ortolani e dai fruttivendoli. Iniziavo a prendere mele, arance, fragole, pesche, susine, secondo la stagione ma i kiwi non mancavano mai. Era il banco che mi piaceva di più, perchè in tutte le stagioni aveva tanti colori che messi insieme davano una macchia di colore unica e tutto quel ben di Dio in estate con quel caldo torrido mi faceva venire l’acquolina in bocca..
Ho assistito anche a diverse litigate fra venditori per motivi più svariati dalla politica, allo sport, alla luce che non funzionava, la merce più o meno buona e era sempre un bello spettacolo. Mi sembrava di tornare indietro nel tempo quando tutto era più semplice. Il giorno dopo i litiganti erano insieme a ridere scherzare e prendere un caffè.
Mi avviavo per andare a lavorare e, se ero in macchina tutto bene, ma se ero in bicicletta era dura! Quando arrivavo ero già stanca e sudata, ma in perfetto orario. I colleghi si meravigliavano che avessi già fatto la spesa e io rispondevo che dovevo passare dal mercato perchè aiutavo a montare il banco e guai se non ci andavo.
Ricordo quella volta che ero in bicicletta con tutta la spesa e, mentre pedalavo, mi si impigliò la gonna preferita ai raggi della ruota lacerandola, provai un gran dispiacere perchè stare tutto il giorno con lo strappo non mi faceva sentire a mio agio.
Ancora oggi quando devo fare una spesa “di fiducia” vado al mercato di Sant’Ambrogio, ma dei miei fornitori ufficiali ne sono rimasti pochi. Il mercato sta cambiando, da anni è in ristrutturazione, prima dentro ora fuori, il parcheggio non è facile trovarlo. Anche li si vedono stranieri con le guide che fanno visite guidate e, per noi fiorentini, sta perdendo il suo fascino, ma io finchè posso, continuerò ad andarci, perchè lo sento un po’ mio.
teatro speciale sant Ambrogio….tutti attori principali, comparse: la frutta, la verdura e le battutacce che non mancano mai.
Capelli rossi, cestino pieno….ed una bici che vola e consola….
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