Ancora un esperimento riuscito: Il nuovo Racconto di Daniele

Stanca – coltello – complicato

Ritorno senza coltello – di Daniele Violi

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Ritornare al tramonto, dopo un sopralluogo e nel contempo un lavoro di riconoscimento di piante erbacee su un terreno vasto. Un prato che si estendeva a perdita d’occhio, in montagna, un grande pianoro sulla Maielletta, sorella minore della Maiella, la montagna più conosciuta. Si era fatto tardi e da subito avevo percepito a chi affidarsi, se più alle gambe o al cervello. Avevo capito che sarebbe stato più semplice e meno complicato, anziché ritornare indietro per il tragitto che avevamo percorso fin dall’inizio,  riuscire a tagliare, come una ipotenusa, un percorso figurato, ed evitare così di percorrere i due cateti: sarebbe stato senza dubbio, più logico e conveniente. La matematica o l’algebra sono state per me sempre un riferimento migliore della geografia.

Quindi propongo alla mia collega esperta in  riconoscimento di piante erbacee più di me, di seguire questa formula matematica, per risparmiare tempo ed energia. Si dibatte, vedo e sento che l’osso è duro. Io ad un certo punto dico….bene. Ognuno vada per la sua strada, ci ritroviamo al punto di sosta dell’auto lasciata al mattino, che ci aspettava. Era stato duro il lavoro, tutto il giorno a riconoscere e determinare centinaia di piante, che avevano colonizzato il terreno da studiare. Una contabilità area per area di terreno interessato da questa indagine e ricerca botanica. Lei mi risponde che era stanca e voleva arrivare presto alla meta. Le dico che non vi è ragione più consona, che prendere per questo un itinerario più corto a mo’ di ipotenusa, attraversando un bosco. Poi aggiunge, ……”ma nel bosco  possiamo incontrare qualche animale, qualche fiera, che ci può assalire e quindi sarei propensa a passare, ritornando per il tragitto di andata; non ho neanche un coltello per difendermi”. Le rispondo subito con leggerezza, che potevo essere io il suo coltello. Queste parole cariche di ironia contribuirono a far scattare in Lei ancora incertezza.

Io sono partito…..Lei mi ha raggiunto dopo tanti tentennamenti. Dopo il tramonto, al crepuscolo avevamo raggiunto il punto d’arrivo. Un grande silenzio si sentì dentro, all’interno dell’auto protettrice. Un silenzio che parlava e rideva e voleva schiamazzare.