Il rosmarino non capisce l’inverno
La voce del rosmarino – di Daniele Violi
Davanti ad un raggio di sole, si ragiona sul da farsi con un immaginario dialogo e confronto che coinvolge il rosmarino con un Inverno. Del rosmarino, come pianta si può dire di tutto, ci piace sfregarlo per sentire introiettato in noi il suo profumo, il rosmarino che ama la calda estate, ma ha tanto coraggio, affronta senza esitazione la stagione invernale, impavido fronteggia le correnti fredde, pieno con la chioma, con le sue esili fogliettine. Fogliettine tutte collegate ad uno stelo, come un virgulto, ad un rametto che collegato ad altri rametti forma un arbusto che talvolta pende e ci dona uno scenario magico. Il rosmarino é coraggioso, in pieno inverno vuole distinguersi presto dagli altri arbusti. Il rosmarino si riempie di fiori già prima che il sole lo riscaldi e lo possa aiutare alla vita. È forte il rosmarino. Si ho propagato tante piante di rosmarino, con tante porzioni di piccoli rametti, staccati dalla pianta, per aromatizzare le infornate di patate, e poi lasciati alcuni nel bicchiere per giorni. Magnificamente lo spettacolo era che il rosmarino generosamente mi parlava con le sue radichette minuscole che sbucavano dal suo corpo legnoso, di seguito, con dolcezza, loro stessi usciti dalla sua base in acqua chiedevano poi di potersi accomodare dentro una coperta di terra. Il rosmarino. Quante volte ho pensato di essere il rosmarino, un rametto di rosmarino immerso con patatine accomodate nel forno, mica male come idea, dentro una teglia una pietanza facile, si facile a farsi, pure nei sogni. Ma come una pianta può cambiarti la vita si, con o senza allegria, ti può anche cambiare la vita. Quando poi d’inverno ti accorgi che davvero una pianta di rosmarino che avevo curato in decine di anni, portato avanti nel suo avvenire, si ferma, mi vuole salutare; muore pian piano, proprio d’inverno, proprio quando doveva interpretare il suo coraggio, nella stagione fredda per difendersi meglio con il suo linguaggio che costituito dalla propria fibra e da sostanze meravigliose, riesce a stare in armonia con la luce, i suoi simili e gli esseri viventi che lo amano e le stagioni che lo educano alla vita. Si é morto un rosmarino in inverno; mi è morta una pianta di rosmarino, una delle tante. Avrei voluto essere io quel rosmarino. È morto perché non ha capito l’inverno. É morto perché l’inverno della guerra lo ha portato via. Il rosmarino ha capito l’inverno, e per non vedere più la tragedia che l’inferno dell’inverno ha con eufemismo deciso anche per lui, se n’è andato. Avrei voluto essere io il rosmarino. Ho avuto una piccola lacrima di fronte alla sua morte, una morte d’inverno. Allora forse il rosmarino aveva capito tante volte l’inverno. È rimasto vittima. Non ce l’ha fatta più ad accettare il grande freddo che gli è scorso dentro, di fronte alla morte che sentiva attorno. Si mi aveva parlato il rosmarino. Mi aveva detto che voleva andare, forse aveva sentito la mia anima che non volendo più scorrere sopra la tragedia della guerra, delle tragedie, che mi fanno chiudere gli occhi e piangere dentro. Si è fatto carico lui di sostituirmi. Così anche Lui si è spento. Ha sentito dentro se stesso che non poteva più aiutarmi o aiutarci. Il suo dolore per le tragedie è arrivato da lontano, da un canto portato dal vento, un canto dei suoi amici Ulivi in una martoriata Terra e che assistono tragicamente ad un delirio e alla distruzione della bellezza di migliaia di persone. Una Terra che si voleva chiamare promessa, non ha più di niente di promettente per chi vorrà vivere. Gli amici Ulivi che come è capitato, davano da mangiare a famiglie di abitanti palestinesi e che seppur difesi questi, e gli Ulivi, da Pacifisti israeliani come lo scrittore Amos Oz, gli stessi Ulivi hanno dovuto poi salutare chi li aveva curati e cresciuti, per avere un destino diverso e forse tragico, tutto a vantaggio di coloro che con violenza hanno voluto strappare il sentimento di amore per le Piante e hanno portato la tragedia per donne e uomini.
Ho pianto per l’amore di questo scrittore, per la sua Forza con la quale aiutava i Giusti, di fronte all’ingiustizia.
Anche lui ha pianto, questo mi ha detto il rosmarino prima di morire. Si, in inverno; un inverno che appunto l’inferno della guerra, ancora ci vuole fare assistere al proprio dramma.
Ma il mio Rosmarino, generoso fino alla fine, mi ha dato Calore e Coraggio. Lui stesso, mi ha parlato tra le braccia del fuoco che riscaldandomi scoppiettando, mi faceva sentire la Sua di voce.