La neve in fondo al mare

Il mare e la neve – di Carmela De Pilla
Eppure non era successo niente di strano durante la giornata, mille cose da fare, da pensare, ma niente che la preoccupasse.
Stava calando la sera e lì non ti senti mai solo, ci sono le stelle che brillano più del solito perché nessun lampione ne affievolisce il luccichio e poi c’è il mare che sotto i riflessi della luna sussurra storie di marinai, di balene , di profughi, di speranze soffocate e di sogni, nel buio della notte non lo vedi, ma tu sai che c’è, lo senti dentro e ti culla e pian piano ti allontana dalla solitudine.
Era sola quella sera, ma c’erano il mare, le stelle e il buio.
-Io non so come fai a dormire in quella casa grande da sola, non c’è più nessuno ormai, almeno la sera torna in paese!-
Ma a lei piaceva proprio perché era sola, ma quella notte non riusciva a dormire “Devo pensare a qualcosa di bello” si diceva e più ci pensava e più i sensi si svegliavano.
-Basta, vado a fare una passeggiata sulla spiaggia!-
Appena aprì la porta lo sentì e fu avvolta da un alito umido rassicurante.
Conosceva bene il vialetto e poteva andarci anche a occhi chiusi e perdipiù quella notte c’era la luna piena e il buio non era buio, era di un blu intenso, a tratti argenteo. Non si sentiva sola e non aveva nemmeno paura, le onde danzavano con leggerezza, sembrava che la chiamassero e lei andò verso di loro sicura.
Un cane randagio era sdraiato fuori dal cancello e appena sentì il suono metallico del lucchetto si scosse, si scrollò dal pelo la sabbia e la seguì come se la conoscesse già, chissà quante volte l’aveva aspettata lì fuori.
Si avvicinarono alla battigia e si fermarono uno accanto all’altra lì dove l’acqua delicatamente accarezzava i piedi e le zampe senza far rumore e guardavano lontano laddove lo sguardo si perde, chissà cosa stava pensando il cane, forse pensava alla cuccia che non aveva o al padrone scomparso inspiegabilmente, sembrava tranquillo, ma cosa provava davvero? Lo guardò con tenerezza e lo accarezzò.
-Ho freddo dentro stanotte, la neve mi gela l’anima eppure non è successo niente di insolito in questi giorni, in questi giorni… ma prima?-
Il cane si era sdraiato quasi sopra i suoi piedi e respirava al ritmo delle onde, chissà se capiva la sua inquietudine, chissà se anche lui sentiva quel freddo insopportabile!
-Avrei potuto…avrei voluto…ma perché non ho fatto…? Avrei desiderato seguire un copione diverso…il tempo ha consumato la mia vita senza che me ne accorgessi…
Sussurrava parole confuse e guardava il mare e lui era sempre lì, assorto nei suoi pensieri ascoltava in silenzio, come un buon amico non parlava, non giudicava…ascoltava e basta e il freddo pian piano incominciò a dileguarsi.
Una lingua d’argento giocava con le onde e mille luci si rincorrevano e portavano allegria in quella notte un po’ strana.
-Non voglio che la neve si sciolga dentro, la butterò in fondo al mare! -esplose a voce alta e col gesto delle braccia la lanciò più lontano che poteva, il cane ebbe un sussulto e di colpo si alzò poi la guardò e incominciò ad abbaiare, voleva giocare, aveva capito che era finito il tempo del pensare, la donna raccolse un legnetto e lo lanciò in aria.
Si divertirono per un bel po’ poi risalirono a casa, si guardarono negli occhi complici per le confidenze fatte poi lei gli strinse il muso tra le mani e lo coccolò.
-Grazie- gli disse -Stanotte dormirai qui.- E come un guardiano dormì in veranda sotto la finestra della sua camera.
