“La neve in fondo al mare”

La neve in fondo al mare – di Rossella Gallori
Seduta o quasi, un po’ più in là di dove doveva stare, si accorse di essere stranamente viva, semisdraiata, rigida, ma viva, quel tanto che serviva:
Il cuore tic tic tic lento e monotono
Le ossa crac crac doloranti ed a momenti assenti
Il cervello mmm mmm semispento
Le voci lontane le sembravano famigliari, ma non troppo, un eco fioco che rimbalzava da vetta a vetta.
Li dove si trovava tutto era ovattato, imbottito di un cotone morbido e tagliente…lucido ed opaco: come nebbia a fiocchi, fiocchi di neve.
Cercò di muoversi, non sentiva più i suoi piedi e forse non li aveva mai avuti, le mani gelate sembravano non avere dita…
Toccò il seno, protetto da grossi cerotti, un flash diventò memoria: c’ era chi tagliava, chi cuciva, c’erano pesci dalle lunghe ciglia, rumore di conchiglie spezzate, alghe abbracciose che cercavano di afferrarla…
Profumo di sale e verde, tanto verde che mescolandosi al bleu zaffiro creava un colore nuovo e desueto, pittore immaginario di immensi fiori, senza gambo, che si schiacciavano con le “ grasse corolle” contro i vetri della stanza, in un delirio elegante privo di ansie.
Aveva sete, succhiò una microscopica palla di neve, si dissetò rincuorandosi, quel chicco gelido l’aveva resa più presente, stava comoda nel suo acquario, immenso.
Acqua dolce di mare calmo.
Neve di cotone.
Bastava non avere dolore, non restare sola, poter parlare ancora con qualcuno, respirare, sognare, amare, annusare l’aria, accarezzare qualcosa, magari rodere immaginando una lucertola amica con sciarpa e cappello.
Gli aghi bucavano, sembravano piccoli morsi fastidiosi, c’era tanta neve ed ancora nevicava sul tappeto di sabbia infondo al mare, ma non faceva freddo…..Non aveva freddo….Orsola piangeva lacrime calde…..
Leggendolo ho capito di più che quando l’ho ascoltato, descrizione di una donna in una stanza ospedaliera, con balzi bi fantasia ,bello e particolare
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