La signora madre – di Gabriella Crisafulli

Me la ricordo mentre camminavamo lungo via Sparano a Bari.
Era come se si fosse sparsa la voce per tutto il corso. I negozianti si affacciavano per salutarla.
Quando entravamo in un esercizio commerciale il proprietario e i commessi le si avvicinavano ossequiosi. Non sto a dire cosa successe quando ci inoltrammo da Minguzzi che era il tempio del massimo raffinato possibile in città. Scesero persino dai piani alti per venirle incontro: “Buonasera signora L……, benvenuta! Cosa possiamo fare per lei?”
Anche a Firenze una volta che venne a trovarci e andammo dall’ortolano di via della Rondinella, il proprietario nei giorni successivi mi chiese informazioni su quella signora così elegante.
Era bassa, asciutta, il viso magro, le guance scavate, il naso aquilino, i capelli corti, bianchi, naturalmente mossi. Si muoveva con una postura rigida e impettita tenendo la borsetta vicino a sé sul braccio piegato.
Al collo sempre il doppio filo di perle.
La sua presenza unita ad una sicurezza nei gesti, nell’espressione e nel tono di voce imponeva rispetto e trasmetteva determinazione.
Sin da giovane non era stata bella e questa era una caratteristica comune alle donne di famiglia acquisite e non.
Non solo il mio arrivo al seguito del figlio non le fece piacere ma le mise una grande agitazione.
Pur non avendo io una figura sinuosa, lunghi capelli ramati e labbra dipinte, pur non indossando abiti rosso scintillante con spacco alto, scollatura vertiginosa e tacchi a spillo, avevo un’estetica decisamente esagerata rispetto ai canoni della famiglia.
E un’età fuori target.
Questo ha costituito di per sé un elemento di sospetto nei miei confronti che non ci ha consentito di empatizzare.
Ho provato per dieci anni a inserirmi in quel contesto.
Poi mi sono arresa e il mare non fu più Polignano ma la Maremma.
…
Due anni prima di morire la sua eleganza si colorò di sentimento e mi disse che mi ricordava all’arrivo in Puglia con un vestito verde. “Eri una bella ragazza – si lasciò scappare – anche se i piedi, quelli no, erano decisamente brutti.”
…avere un estetica decisamente esagerata …rispetto ai canoni…
quindi un : prorompente, sfacciato ed UNICO modo di essere!!!
chi stabilisce come si deve essere per piacere agli altri?????
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non ti poteva lodare più di tanto quindi scelse i piedi per l’ultima critica…..la lotta interna per “accaparrarsi” la simpatia di qualcuno è faticosa, io mi sarei arresa prima ! Descrivi così bene che si riesce a vedere la fotografia della persona .
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Una madre difficile, un rapporto difficile in un racconto che descrive bene tempi ,luoghi e sentimenti di un vissuto non facile
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