Sequel di Odissea nello spazio – di Nadia Peruzzi

Hal ha preso il comando della nave spaziale e, invece di giocare con il Cubo di Rubik, si diverte a far girare nella nave alla deriva nello spazio una sfera pesante, piena di piccole sfere che si uniscono in strane forme, ma priva di qualsiasi presagio di futuro possibile.
Se sei alla deriva nello spazio siderale, un elaboratore di dati ha preso il comando, che futuro mai potrebbe esserci.
Guardandola da vicino quell’ammasso di piccole altre sfere rivela il suo segreto. Altro non sono che quel che resta degli astronauti, della missione del 2001,in versione lillipuziana, stretti stretti quasi a proteggersi dalla catastrofe incombente.
Hal impazzito e in rivolta, con l’intelligenza artificiale ancora di là da venire, avevano creduto di poter trovare riparo, miniaturizzati, in quella bella sfera. Forma perfetta e piena di significati fino dalla notte dei tempi.
Ne son state fatte migliaia di copie. Nessuna veramente uguale all’originale che nessuno sa che fine abbia fatto.
Ormai le vendono sulle bancarelle di un mercatino nel Mare della Tranquillità.
La Luna è abitata da qualche decennio.
Bezos e Elon Musk ci hanno piantato le loro bandierine e parecchie delle loro attività, di cui si occupano da anni ormai i loro discendenti.
Le vendite non hanno preso gran quota, ma il tecnocapitalismo intanto ha occupato spazi, sapendo che i compratori prima o poi sarebbero arrivati.
Una mantiglia rossa fluttua accanto alle bancarelle. Nel vuoto avrebbe dovuto essere impossibile. Ma dei bambini cinesi in una scuola, nel 2024,si erano fatti venir l’idea che la missione Chang’e-7 avrebbe dovuto portare bandiere in grado di sventolare.
Da quell’idea al piano di realizzazione il passo era stato breve. Gli astronauti cinesi nel 2026 avevano così potuto piantare bandiere sventolanti. Tessuti speciali che erano serviti anche per altro, non solo a fabbricar bandiere. Ai rampolli dei supermiliardari a stelle e strisce che vendevano sfere di vetro taroccate nelle loro bancarelle, non restava che guardare con grande invidia quel prodotto di altissima tecnologia .
Che rabbia vedere quel pezzo di stoffa rossa, della consistenza di una piuma, che si insinua fra una bancarella e l’altra mentre le bandierine fin troppo vicine, sventolano garrule.
Ai rampolli fin troppo eccitati, per l’eccesso di sostanze che si fumano, sembrano tanti diti medi puntati verso l’alto.
Forse in quella scuola del lontano oriente quei ragazzi cinesi con gli occhi a mandorla e il cervello finissimo, per quello scopo le avevano pensate.
Una grassa signora con un cappello da cow girl scesa da una navicella che fa la spola giornaliera Terra/Luna, senza guardare dalla parte delle bandiere, punta dritta verso le bancarelle per agguantare quel pezzo di stoffa rossa che si muove con l’effetto di una piccola aurora boreale in contrasto con il nero che avvolge tutto.
Ce la fa prima che la signora tutta in ghingheri scesa dopo di lei possa avere il tempo di vederla. La Cow girl la agita come un trofeo. Che brutta sorte per un pezzo di stoffa pregiata e frutto di studi e di altissima tecnologia, sparire in mezzo a quelle manone abituate a ferrare cavalli e a mungere mucche.
Non sa che farsene, non sa cosa sia stata un tempo, o a cosa sia servita. Non sa nemmeno se tornata sulla Terra resterà la stessa o si dissolverà come neve al sole.
Quel che conta per lei è il fatto di averla acchiappata per prima.
Dopo aver speso 50mila dollari per quel viaggio tornare a mani vuote, nella sua fattoria nel Texas, non sarebbe stato assolutamente da prendere in considerazione.
Lì accanto le bandierine rosse sventolano sconsolate.
I tempi sono cambiati, loro sempre più sotto scacco, come raccontano quelle ridicole bancarelle, ma non hanno ancora perso il vizio. Sono gli stessi arraffatori di sempre.