La lettura condivisa genera ispirazioni: Carla e l’acquerello

Festa di colori ad acquerello- di Carla Faggi

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Come non condividere l’amore per i colori.

Come non pensare di essere un colore.

Come non giocarci e non strapazzarli per esserne amici.

Io sono amica del rosso, il rosso fuoco.

Il rosso fuoco si espande sulla carta a rigagnoli, incontra una macchia di giallo, cerca di evitarla per non contaminarsi, è superbo, si piace e vuole rimanere tale. Ma non può, una parte di se è attratta dal calore del giallo che si sta infiltrando piano in lui, sente che si sta trasformando, si illumina piano piano, una parte di se è completamente ormai arancio, solo un piccolo spazio è rimasto rosso pieno, il resto è arancio striato di giallo.

Si immagina di essere un tramonto illuminato dall’ultimo sole, le colline solo un profilo oltre al quale esplodono i colori più caldi dell’arcobaleno, io rosso ne sono il re, gli altri la corte!

Oppure sono un aranceto dove solo io ne sono il padrone e posso portare i frutti ad essere desiderati o ancora aspettati a seconda dei miei desideri di giallo.

Però che bello, pensa, quanto più ho adesso, forse è questo il senso di un colore e non solo di un colore, mescolarsi, contaminarsi per creare.

La lettura condivisa fa nascere ispirazioni: Stefania e il fiocco croccante

I bambini con il fiocco croccante – di Stefania Bonanni

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Ad un certo punto seppi che c’erano paesi dove le classi erano di soli maschi e di sole femmine. Forse fu allora che mi resi conto di vivere in una specie di minuscola bolla. Se avessero voluto dividere per sesso la mia classe, ci sarebbero state tre bambine da una parte, e quattro maschi da un’ altra. Forse nemmeno, visto che noi sette eravamo frutto dell’ unione di due anni in uno.

Noi sette: tre grembiuli bianchi con fiocco rosa, quattro grembiuli neri con fiocco azzurro. Il fiocco rosa era sempre gonfio, lucido, pulito ed annodato come un fiore. Quello azzurro sempre striminzito, grinzoso,  col nodo stretto stretto e le ciocche pendenti ai lati, pronte a svolazzare nelle corse. Tutto documentato nella foto di quarta elementare (anche queste foto non le fanno più, peccato, era una festa quando veniva il fotografo, sembrava di fare parte di un film) : io, grembiule bianco che arrivava preciso alla fine dei calzettoni, gonna scozzese a pieghe che si intravede dall’ abbottonatura, in piedi, davanti alla lavagna, fiocco perfetto. Paolino, grembiule nero stazzonato, fiocco disfatto, dita pollice ed indice della mano destra che si toccano, immortalato nell’ atto di tirare qualcosa, qualcosa che prima di quel momento sicuramente gli viveva nel naso.

La lettura condivisa ha creato ispirazioni: Lucia e la luna

La luna grande – di Lucia Bettoni

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La mia luna non ha acqua di mare
La mia luna ha acqua di lago
La mia luna sta sulla punta del cipresso davanti alla nostra casa sulla collina
Era una luna rossa la luna del nostro primo bacio
Immensa in un cielo rosa la luna ieri mattina all’alba
Mi sono fermata e l’ho guardata
Era una luna grande
Perché ho lasciato passare così tanto tempo senza guardare un’alba con la luna?
Pensavo questo ieri e oggi ecco ancora la luna tra queste righe a ricordarmi di alzarmi presto e di volgere lo sguardo in alto all’alba esattamente sopra la testa
Esattamente dove sono
Senza neppure fare un passo

La lettura condivisa ha generato ispirazioni: Patrizia e il pepolino

 Pepolino – di Patrizia Fusi

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Il pepolino è una piccola pianta selvatica dal fiore di colore rosa, che si adopera per profumare alcune pietanze.

Nel testo che ho letto , vedo la campagna in primavera, quando da bambina ci scorrazzavo con le mie amiche a raccogliere i fiori che nascevano nei campi lavorati, nei filari delle viti, nei balzi, si doveva stare attenti a non sciupare le semente.

Dei fiori raccolti facevamo de mazzolini che il giorno dopo portavamo alle nostre maestre.

Un mazzolino di fiori di aglio selvatico, fiore di un colore chiaro e una forma elegante, lo preparai con accuratezza, che portai a mia mamma credendo di farle cosa gradita, con poche parole smontò l’entusiasmo del mio regalo per lei, dicendomi: puzza d’aglio, donna brava ma alcune volte dura, come la vita che aveva avuto e l’aveva forgiata così.