Il treno verso sud – di Daniele Violi

Il Treno che ricordo, lo potevo tenere parcheggiato sui binari sotto il mio letto.
Un trenino elettrico con binari, modellino Lima o Rivarossi, non ricordo. Un trenino che costruivo con piacere, che la Befana dei Ferrovieri, ci regalava per il 6 Gennaio. Sono gli anni 1965 – 68. Essendo una nidiata di fratelli ci capitava di avere negli anni, un intero parco ferroviario, con il quale potevamo giocare con grande piacere a far funzionare questo piccolo mondo di tecnica.Tutto sotto le raccomandazioni di Mia Madre, per suddividerci i ruoli e Lei stessa a fungere da Capostazione, con paletta improvvisata a seconda di quale treno arrivava o di quale treno partiva…..sui binari che realizzavamo come tragitto. Merito tutto di una certa abbondanza di pezzi di materiale da comporre come i binari diritti i binari in curva e anche le locomotive e i vagoni. Una grande emozione per gli anni che avevo, organizzare anche con i miei due fratelli più piccoli, lo spettacolo di andirivieni, di un piccolo mondo di tecnica e gioco, forse uno dei pochi, che potevamo permetterci.
Mi ricordo delle scatole di cartone delle scarpe che utilizzavo per creare e modellare gallerie e ponti, con sotto lo sfrecciare dei trenini, che alle curve costruite troppo azzardate, uscivano dai binari e facevamo a gara per intervenire a risistemarli in asse e farli ripartire. Toccare questi modellini in scala, immaginare di essere viaggiatori all’interno, essere artefici di una visione di un aspetto della realtà che potevamo creare con la nostra manualità alle prime armi, senza dubbio era molto attraente e coinvolgeva sia io che i miei fratelli, tanto, anche troppo, visto che spesso doveva intervenire la…..Capostazione. Comunque anche nella realtà poi avevo il contatto con il treno, quello vero. Nelle vacanze, quando partivamo, tutta la famiglia, dalla stazione di Firenze S.M.N. ,con la Freccia del Sud, un lungo treno che partiva da Milano direzione Sicilia, un treno con tante fermate, che ci portava in Calabria dai Nonni, dai Parenti. Dal binario 15 ogni sera alle 20:30, sostavano 3 vagoni con locomotore pronto, che si agganciavano in coda al treno presso altro binario per ripartire alla volta di Roma.
Talvolta vi era quasi un assalto al treno. Io ero addetto a salire per primo sul treno con mio Babbo ferroviere e riuscire a occupare non un solo posto ma un intero scompartimento con qualche bagaglio, poi dal finestrino ci passavano borse e piccole valigie.
L’intera famiglia in truppa arrivava. Eravamo 7 occupanti e questo ci permetteva di poter disporre di un intero scompartimento. Allora sì, finalmente entravo dentro un vagone passeggieri del trenino che tenevo parcheggiato sui binari sotto il letto; ganzo, ghivido. Avrei potuto essere in seguito un ferroviere anche io; i miei desideri hanno rivolto lo sguardo verso quanto di bello vedevo appunto, durante i viaggi. Ho preferito la Natura che ci circonda con le Piante e tutti gli esseri viventi, che già sentivo di difendere; hanno fatto colpo sul piccolo viaggiatore che in treno attraversava verso il sud lo stivale di Bellezza, allora contaminata solo da un gioiello di tecnica e di poesia come il Treno.
Daniele continua, raccontaci di te
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