L’altalena cigolava – di Rossella Gallori

Ero nascosta in una casa senza porte, ci ho vissuto: un’ora, un giorno sicuramente un’età, fuori faceva freddo, ma la scala portava oltre il cielo, così solidamente sbilenca, appoggiata ad un muro che mangiava capperi, mentre i capperi mangiavano il muro, in un alternarsi tra sopravvivere ed anche no. Fuori cigolava un’altalena di legno grasso d’acqua, cantava dondolando, una canzone a me che avevo bisogno di note dolci, non di stridii arrugginiti.
C’era sopra al nulla, un materasso grande, di traliccio a righe di un color noce che ricorreva il grezzo polveroso, scricchiolante di vegetale, i guanciali bitorsoluti di lana da cardare…troppo tardi ormai… il cassettone a tre gambe era sorretto dalla voglia di farcela, la greca incorniciava una cementite, forse viva un tempo….tutto mi spaventava e mi somigliava, pur non ricordando, come e quando ero arrivata li.
Riconosco, l’odore del vino di ieri, nei miei sogni di oggi, un vino che non ho mai bevuto….e vedo le cicche spente al muro e ricordo che ho avuto una età che era poca poca: e scappi…e scopi..e scopri…che niente lenisce il dolore, cicatrizza le ferite, manco con l’ aiuto della Madonna ce la fai.
Poi quel gatto grasso di pancia e corto di gambe, mi graffiò e ne fui felice, mi svegliai scesi la vecchia scala, affamata e confusa, i fichi erano a terra vecchi ma ancora dolci, incrociai le gambe che scoprii sporche e graffiate, succhiai le bucce, le braccia senza buchi mi rincuorarono.
Volevo restare ed andare, avevo paura, paura di vivere, sempre.
La mia borsa conteneva di tutto, foto, un pettine, caramelle dalla carta rossa, fazzoletti appallati di lacrime, fogli a righe, gomme, penne, cotognata, soldi quelli quasi nulla, ma anche troppi per essere pochi…
Nessuno è mai venuto a cercarmi né ieri, né oggi, ma sono sempre tornata. Comunque tornata.
…e quell’ altalena che non è più li, mi raggiunge, mi scova per cantarmi la stessa canzone, monotona, dondolante e rugginosa.
La odio
Questa pagina non si può toccare. Resta una perla, un “solitario” solo da leggere
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