Voce di Vulcano per Nadia

VOCE DI “IDDU” – di Nadia Peruzzi

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In dialetto lo chiamano “Iddu”,il nome che si da da quelle parti agli innominabili di cui si ha paura.
Ci sono arrivata in battello. La sua imponenza la si scorge da lontano ,e incombe da vicino quando si sbarca. 
La giornata era tersa, ma malgrado fosse inondato di luce e avvolto dal blu verde del mare,“Iddu” con le sue spiagge e rocce nere appariva come un mammasantissima che imponeva rispetto.
La sua voce un borbottio costante, quasi come il rollio di una nave con un carico in stiva non sistemato troppo bene. A volte sembrava quella di un vecchio brontolone che biascica le parole, a volte faceva pensare all’antro della Sibilla dove i vaticini risuonavano come se venissero direttamente dalle viscere della terra.
Per lo più assomigliava al rumore di sassi rotolanti, senza le canzoni dei Rolling Stones ,ma con qualche colpo ben assestato sulla batteria a rompere la monotonia del suono.
Da borbottio talora diventava rombo, come tuono senza un fulmine e prolungato per un tempo indefinito. Fino a che “Iddu” ne ha voglia!
Non si quieta nemmeno di notte. Anzi la notte si esalta dal momento che tacciono tutti gli altri rumori e resta solo il suo.
Ci si sente insicuri alle pendici di “Iddu” .Ci si muove accompagnati da un senso di inquietudine e con la tendenza a guardare più che attorno ,verso l’alto, verso la sua cima ,in una sorta di “non si sa mai” che fa prestare meno attenzione al resto.
I tremori della terra, sporadici per fortuna, ti costringono a ricercare sempre il tuo punto di equilibrio.
Che differenza dalla terra ferma. 
La voce e i tremori di un’isola vulcano come Stromboli, ti attraversano, si insinuano dentro di te, fanno parte del pacchetto viaggio e della giornata da trascorrere fra le viuzze del paese e le case che punteggiano di bianco le sue pendici.
“Iddu” il meglio di sé lo da alla Caldera. Ci si arriva quando la linea rossa del sole all’orizzonte si sta affievolendo fino a spegnersi in mare. Il buio avvolge tutto. Ma solo per poco. 
Quello che per tutto il giorno è stato borbottio più o meno intenso, si fa voce scoppiettante come se centinaia di castagnole si dessero il tempo di esplodere all’unisono.
Ma è solo l’inizio. Ai suoni si unisce la luce. Anzi le luci, tantissime.
La voce del vulcano si tinge del rosso di rigagnoli che scendono verso il mare e di zampilli saltellanti come tante esili canne di bambù che puntano diritte verso il cielo. Fra gli uni e gli altri centinaia, forse migliaia di puntini rossi fanno pensare a delle lucciole. Da noi se ne vedono sempre meno in estate. Chissà che non abbiano sentito il richiamo irresistibile di “Iddu” a cui di no non lo può certo dire nessuno!

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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