Il muro in cemento – di Daniele Violi

Il muro in cemento, tirato su dalle fondamenta, alla base del palazzo dove abitavo, rappresentava in modo figurato la porta, l’unica di un campo di calcio, che la piazza in discesa verso il muro, ci offriva e che poteva regalarci partite interminabili, dove lo schiamazzo correva piu del pallone.
Questo muro con tutte le pallonate, ….e dai oggi e dai domani…diventava un tamburo colpito continuamente e faceva salire la febbre del disagio alle famiglie e più che altro alle Mamme che ci intercettavano dalle terrazze, tra uno schiamazzo e l’altro, per costringerci a rallentare, se non a cessare, le staffilate che partivano dai nostri piedi. Io avevo un tiro potente con il piede sinistro. Allora il muro cambiava alla fine il suo compito; tutti in fila per decidere chi stava appoggiato per primo al muro, con la testa e lo sguardo nascosto verso il muro e le altre e gli altri a tentare di nascondersi dappertutto. Così iniziava ..Uno due tre per le vie di Roma, ……..un’altro gioco.
