Le notti d’estate – Stefania Bonanni

Lei era una notte d’estate – di Stefania Bonanni

foto di Lucia Bettoni, Patrizia Fusi, Cecilia Trinci

Le notti d’estate sono comete. Hanno code lunghissime che si portano dietro.

I ricordi sono comete. Hanno code lunghissime fatte di notti d’estate.

Basterebbe la luna, una manciatIna di stelle, una ventata gentile, un fruscio d’erba alta, e tutto sembra successo nelle notti d’estate.

Gli abbandoni, le dolcezze, le carezze, quello sciogliersi nei liquidi, quell’essere fiori che sbocciano, e trovano un senso, e’ sentimento da notti d’estate.

Quei giorni lunghissimi e sudati che finalmente scolorano in un’altra dimensione, d’ombra magica e spazi di profumi mescolati e trascinati tra le foglie, e quel cercarsi i confini con le mani, e scoprirsi immensi e parte di quei fiori, di quel  basilico, di quell’erba medica, ci nutriranno per sempre.

Forse davvero il tempo non esiste,  esistono le notti d’estate. Un miracolo, un attimo, una notte di stelle e vicino persone che ti vogliono bene, e ritrovi dietro un pensiero molesto, un mondo intatto. La mia mamma alla finestra che aspetta il  rientro, prima che il campanile segni la mezzanotte, tipo Cenerentola, che mi bacia sulla porta e mi accarezza leggera, con una tenerezza indimenticabile. Avrei voluto sapere, in quel momento, che non avrei dimenticato, che sarei rimasta su quella porta per sempre, per stringerla di piu’, e di piu’ ancora, per fare diventare ore un attimo. Avrei voluto sapere che il tempo non esiste, scattare una foto, avrei voluto uno schiaffo, e che me ne restasse il segno. Il segno della sua mano, per sempre.

Lei era notte d’estate, ho dimenticato la voce, ma non la risata. In questo momento ho negli orecchi anche la sua voce. Per questo, scrivo.