Come su un palco – di Carmela De Pilla

-No, io non ci vado -pensò Anna – Sono diventata un baule! Non voglio distruggere in un attimo l’immagine della bella liceale slanciata e corteggiata da tutti, ora cicciona come sono rischio di diventare l’argomento della serata! Certo però mi farebbe piacere rivederli, anche loro saranno cambiati, no? Vorrà dire che rideremo l’uno dell’altro!
Ci pensò un po’ prima di decidere cosa indossare, grassa sì, ma non banale e così si mise il vestito verde acido con la sciarpa di seta viola poi per sdrammatizzare l’imbarazzo del momento e dare un po’ di allegria infilò il grande grembiule che suo figlio le aveva regalato, con la scritta “Anna sei la meglio!”
Si avviò con la panda dodicenne verso Pelago, zona a lei completamente sconosciuta nella speranza di trovare facilmente il luogo dell’appuntamento, la giornata era nuvolosa e cadeva una pioggia leggera, ma fitta che le impediva di avere una visuale chiara, finalmente in prossimità di una stradina che portava in un bosco di castagni vide un gruppo di sei persone che aspettavano sotto la chioma di un grande albero nel tentativo di ripararsi.
In quella cornice autunnale riconobbe Sandro, elegante come sempre, con la lunga chioma un tempo bionda e ora quasi bianca, la figura minuta e leggiadra di Rita le confermò che erano proprio loro, in un lampo li riconobbe tutti e parcheggiò desiderosa di riabbracciarli, dopo lo stupore iniziale e i “ Ti trovo proprio bene” si avviarono verso la casa di Sergio.
Il sentiero era ricoperto di foglie bagnate che rendevano il cammino un po’ incerto e Rita con le sue ballerine color crema sembrava ballasse proprio come una volta, in un attimo rischiò di scivolare e si avvinghiò a Pennacchio, così lo chiamavano Gabriele, via via l’atmosfera diventava sempre più confidenziale e in breve tempo sembrava che non si fossero mai lasciati.
Arrivati alla casa spinsero la porta socchiusa e chiamarono Sergio, ma non ci fu risposta, entrarono nella grande cucina illuminata dalle molte candele sparse in qua e in là e si guardarono intorno, ma di lui nessuna traccia, incominciarono a fare le prime congetture e Stefano il più intraprendente e pratico non si perse d’animo e guardò nel frigo, era stracolmo di ogni ben di Dio – Anna, ora ti metteremo alla prova, preparaci qualcosa di buono, potrai dimostrare davvero di essere la meglio!- disse.
Come in un grande teatro improvvisamente si accesero tutte le luci, il palco s’illuminò e dalle scale scese una figura con un grande mantello nero, il frac e il cilindro che lo rendeva misterioso e affascinante, non ci misero molto a capire che era Sergio, sotto il cappello spuntavano gli stessi occhi vivaci e sbarazzini che li guardavano con aria divertita.
Per un attimo tutti rimasero attoniti poi rapiti da quella curiosa stranezza scoppiarono a ridere e nella stanza si sentì uno scroscio di fragorosi applausi, lui fece un inchino come un grande attore e con la sua solita eleganza lanciò baci a tutti.
Non era cambiato Sergio, anche da giovane era così!