La storia di Sergio – di Lucia Bettoni

Grande Sergio!
Un’idea fantastica!!
Troppo bello attraversare il bosco con la pioggia, con l’ombrello, con i lampi che squarciano il cielo, con le civette che civettano…
Che situazione emozionante Sergio!!
E poi… poi ci ha lasciati da soli!!…
Solo una persona originale, sensibile e non banale come te poteva inventarsi un incontro così….
Amici di un tempo catapultati nell’immaginifico, in un mondo senza riferimenti.
La casa era aperta e le fiaccole delle candele la rendevano quasi intangibile, sembrava non aver pavimento e forse nemmeno il tetto.
Rita e Luciano si presero per mano, ma non avevano paura: avevano solo bisogno di toccarsi perché l’imprevisto emoziona sempre.
Senza bisogno di parole anche Gabriele, Stefano e Sandro si unirono a loro formando una catena.
Proseguirono lentamente in silenzio, quasi in punta di piedi, si guardavano negli occhi e gli occhi brillavano.
Le bocche avevano tutte un sorriso piccolo, erano lì a rappresentare lo stupore.
Era proprio vero: la casa non aveva soffitto e nemmeno pavimento, solo pareti e una porta immensa.
Una grande sala li attendeva oltre quella porta. Per terra, sulla nuda terra, cuscini di seta verde intorno ad una grande tovaglia tonda e rossa.
Anche la tovaglia era di un tessuto lucido che cangiava alla luce delle candele.
Si sedettero tutti e cinque come se sapessero da sempre cosa dovevano fare, come se sapessero perché erano lì…
Entrarono Anna, che nel frattempo era diventata una meravigliosa cuoca, e Daniela, esperta organizzatrice nel ricevere persone, ed insieme cominciarono ad imbandire la grande tovaglia con le squisitezze che avevano trovato nella cucina.
Erano arrivate prima di tutti perché i loro passi erano stati veloci ed inquieti.
Non cucinarono.
Non c’era niente da cucinare perché il cibo buono non ha bisogno di cottura.
C’erano pesche da annusare, ciliege da toccare, sambuco da sorseggiare, biscottini al cioccolato da assaggiare e…
risate, risate, risate e ancora risate…
erano gli unici suoni di questa grande orchestra…
Sergio, il direttore d’orchestra, seduto sull’albero più alto guardava il suo sogno vero.
Una piccola fiaba leggera, ridente, cangiante, in una casa senza soffitto ma con soffici cuscini. “Le bocche avevano tutte un sorriso piccolo, erano lì a rappresentare lo stupore” e più avanti: “Non c’era niente da cucinare perché il cibo buono non ha bisogno di cottura”. Personaggi trasparenti dentro un aquarello gentile, guidati da un mangiafuoco buono seduto sull’albero grande.
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Sembra di stare nel mondo immaginifico con cui Sheherazade tenne inchiodato il Sultano per Mille e una notte….e con la sua inventiva e fantasia riuscì a farsi amare…mentre lui tutte le altre le aveva uccise…
Bravaaaa.
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