I sette – di Tina Conti

Per fortuna RITA, come sempre super organizzata e con la borsa piena come una casa, si fece avanti. Muoveva la pila alla ricerca del battente.
Con quella scarpette rosse tutte inzaccherate di fango si decise ad aprire
– Sergio? Ti sei nascosto? Ei! Non credere che non ci ricordiamo delle tue burle!! Vieni fuori, almeno accendici la luce, non si vede un cavolo.
– Ragazzi, siete tutti bagnati fradici, qualcuno può accendere il fuoco così ci scaldiamo? Balbetto’ Sandro che tremava come una betulla.
-Come è romantico con le candele accese, disse Daniela, sono eccitata, cosa ci aspetterà, nel mio agriturismo le cene con delitto sono sempre un successo.
-Non fare la scema come sempre, se sapevo di questo rischio col cavolo che sarei venuto disse Stefano, in hotel avevo un gruppo niente male con delle olandesine fresche fresche, incantate dalla prima gita a San Miniato dove le ho accompagnate. Quello stupido di Sergio non si smentisce mai: con questo buio non mi azzardo a rifare il percorso da solo, me ne sarei tornato subito a casa immaginando questo.
-Io, di avventure strane ne ho avute a vagonate disse Anna che si era tolta le scarpe e si asciugava i piedi fumanti seduta su una seggiolina bassa. Quando sono andata a Hong Hong con quel mezzo cuoco cinese ho vissuto in una specie di capanna, ho cucinato seppie seccate e un animale simile alla scimmia. Se non sono impazzita e ‘.perché sono scappata con una comitiva di turisti spagnoli. Io ci casco sempre , ma questa volta pensavo proprio a una cosa seria. Spero solo che non ci siano tarantole in questa casa, io non riesco a trattenermi. Scappo e saltello allo sfinimento fino a quando non sono certa che se ne sono andate….a proposito, avete visto che montagna di cibo è stipata in cucina?
Non ci vorranno sequestrare per qualche mese spero. Sergio è sempre imprevedibile! la cosa migliore da fare adesso è quella di asciugarsi bene e mettere indumenti caldi, cerchiamo le camere, prendete una candela e state attenti a non provocare incendi, intimò Daniele con il suo fare diretto e sicuro, aveva in un battibaleno preso visione del palazzo e capito come muoversi.
Qualcuno ha bisogno di essere accompagnato?
Ho fatto una capatina in cantina, ragazzi che sballo, ci sono vini e liquori a volontà. Anche non so molte cose di voi e della vostra attuale situazione, mi ricordo le grandi bevute alle feste in casa, e specialmente nella casa al mare di Sandro. Che spasso andare in spiaggia di notte con le bottiglie di spumante da tre soldi a fare il bagno nudi come vermi.
C’eravamo sempre tutti, si dormiva anche sul terrazzo, quando quella sera alle dieci si materializzò la Cesira, la nonna di Sandro e noi ballavamo sulla spiaggia.
Telefono’ ai carabinieri di Castiglioncello dicendo che erano sbarcati sulla spiaggia spiriti ballerini che lampeggiavano fosforescenti.
Era quella stupidaggine di spennellare le braccia di colori fosforescenti che aveva avuto Aldo, che poi non si riusciva a togliere.
Il brigadiere prese tempo, sapeva delle bisbocce sulla spiaggia a cui anche il suo figliolo a volte era invitato.
Luciano si mise a rovistare fra le provviste mentre cercava di animare il gruppo:- forza ragazzi, siete acciaccati, non vi riconosco, cosa ne dite se vi arrostisco due belle salsiccine,? Il fuoco mi sembra giusto, ci metto anche delle fette di pane. Il vino lo porta Sandro così si riscalda.
Dopo poco scese dalla scala di legno RITA, truccata e pettinata con tanto di abitino corto tipo charleston, con le frange.
Come mi trovate? Il fisico regge, saranno tutti quei balletti alla scuola, il cervello invece me lo sento rallentato, ma la musica mi sveglia parecchio.
Guardate, il vecchio mangianastri , ho tutti i 33 perfetti, pile a volontà, allora si balla? Però, un po’ mi brucia, mi piacerebbe ricambiare lo scherzo a Sergio.
Avete qualche idea? Non ce lo vedremo mica apparire nel pieno della notte con qualche diavoleria delle sue.
Tutti concordarono che si sarebbe meritato una lezione.
Mentre pensavano e riflettevano sentirono strani rumori venire da fuori.
Si fermarono, intimoriti, vedevano lampi e luci intermittenti, scoppi e fragori.
La voce di un megafono con tono roboante diceva:-state calmi,non tentate la fuga, se rispettate gli ordini andrà tutto bene.
Gli occhi spalancati, il fiato sospeso, le orecchie tese, si diffuse aria di panico.
Un soggetto irruppe nella stanza, con tuta mimetica, maschera e casco.
Lanciava luci e piccoli proiettili che si dissolvevano con palline a scoppi.
Altri cinque individui simili, armati di pugnale fra i denti si precipitarono sparpagliandosi nella penombra.
ARRENDETEVI! Siamo i vostri compagni disertori, non vi siete ancora liberati di noi, fateci posto, vogliamo far baldoria con voi.
Si calarono le maschere e si fecero riconoscere.
Il clima si tranquillizzò, circospetti e un po’ stizziti, si abbracciarono.
Giuseppe, Felice, Aldo ,Clorinda, Mattia e….. quel matterello di Sergio!
Accesero le luci, partiva una nuova avventura.
L’ottimismo di Tina, la sua leggera allegria si realizza in una storia piacevolissima, piena di sorprese e colori. Incipit che porta subito nella vicenda, facendoci vedere, in poche frasi, luogo, carattere e compagnia: “Per fortuna RITA, come sempre super organizzata e con la borsa piena come una casa, si fece avanti. Muoveva la pila alla ricerca del battente. Con quella scarpette rosse tutte inzaccherate di fango si decise ad aprire….”. Il lieto fine, in sintonia con la storia, è un sorriso nel cuore di chi legge.
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Bello e spumeggiante .
Brava.
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Delizioso,meglio di come l’ho percepito alla lettura.Brava!🤣
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