Parole non dette di Simone

Le cose che non ti ho detto – di Simone Bellini

Trovami nei miei pensieri,

scardina la cassaforte dove sono racchiusi

aiutami a liberarli

a dare voce e forza,

maltrattali affinchè, irriverenti

esplodano costringendo i tuoi

a contrastarli con veemenza

in una guerra liberatoria,

cattiva se vuoi, ma vera!

Sarà dura, spietata

ma appagante nella sua verità.

Una nuova vita rinasce

Felice e sincera

Troviamoci di nuovo.

Parole vive non dette di Rossella

Le cose che non ti ho detto – di Rossella Gallori

Siediti, togliti il rossetto, metti le pantofole, levati gli orecchini, guardami, parliamo tu ed io, non della casa venduta per ripicca, non di quei due che tornano troppo tardi, non di come rimediare pranzo e cena, non di che fine faremo…

Parliamo di Lui: quanto lo hai amato davvero?

Era la scappatoia del 38?

Era soltanto: bello, maturo e ti piaceva?

Perché poi me lo hai ceduto, così senza lottare, quando era più debole, più malato, più stanco.

Hai coltivato, il ricordo di lui pur di togliermi da te?

Lavoravi, lavoravi, per noi, per te, per me?

Domande, domande, ho solo domande per te, tu mio saccone da boxe, tu non ti scansi, nemmeno ora, io pugile senza categoria, tu ring senza arbitro.

Avevo altre  persone a cui non ho detto quello che veramente avrei dovuto dire, chiedere, con calma, iniziando con: senti palle, io…

Ho scelto silenzi rari, profondi, bolle d’ aria rimaste nello stomaco, silenzio, uguale paura.

Paura di non saperlo dire

Paura della risposta.

Paura di non saper portare avanti un dialogo

Paura che tanto tutti sono meglio di me

Paura di esser sciacquina  ancora una volta: poca istruzione, poco fine, poco bella, una commessina di quattordici anni

Paura di sentir dire: eppure sembra, sembra, non sembra proprio nulla, so che qui su questa minchia di  quaderno non ho detto la verità, per PAURA…

Se poi non mi vogliono più?

Se mi vogliono cambiare cuore e cervello?

Se mi guardano solo fuori?

E se…….Mi dimenticano sulla panca di San Luca vecchio, come quella volta mamma!

Mamma, mamma ritorni tu, che mi hai regalato l’ amore della tua vita, per farlo diventare solo mio, tu che hai coltivato una pianta senza nome, convinta che tra tanti fiori belli ed eleganti, sarei sopravvissuta, come te.

Forse lasciarmi li sulla panca di quell’ ospedale piattoloso,  sarebbe stata una ideona, forse sarei stata più felice? Non rispondi? Comunque te l’ ho detto ora, ma tu lo sapevi già, come sempre mamma?!!