LONTANO, LONTANO NEL TEMPO… (canzone di Luigi Tenco) – di Nadia Peruzzi

Toccando il foglietto scelto fra i tanti e girandolo per le mani, la sensazione è quella di dover fare i conti con un cambio di prospettiva.
Le sonorità e la melodia di una bellissima canzone oggi suonano come un bilancio.
A me fa questo effetto. Quando si ha più passato dietro le spalle che futuro davanti, un po’ funziona così.
La cantavo la canzone da cui questa frase è tratta. La cantavo anche se ho sempre amato molto di più l’altra che diceva: “ vedrai, vedrai che cambierà. Non so dirti come e quando, ma un bel giorno cambierà!”
Provavo emozioni forti con tutte e due, ma con la seconda senz’altro di più.
Lontano, lontano nel tempo è nostalgia che prende la gola.
Lontano, lontano nel tempo c’era quel clima bello e quel senso comune diffuso che faceva agire insieme e pensare che tutto fosse possibile, e che anche toccare il cielo con un dito non fosse solo una frasetta proverbiale ma stare dentro al regno del cambiamento possibile.
Se mi giro indietro, pur col tempo che corre vertiginosamente, quegli anni lontani restano un punto fermo. Importante e impossibile da mettere nel cassetto di fondo anche di una storia personale. Eppure fin troppo spesso capita che se provo a raccontarli vivo la solitudine di non essere compresa. Troppo vorticoso il cambiamento che c’è stato, troppa la lontananza da quella stagione, di cui poco è rimasto.
Lontano, lontano nel tempo, sembra l’inizio di una storia da raccontare ai nipoti e mentre lo fai ti pare che parli di giurassico anche se riguarda vite ed eventi di una storia di 60 anni fa o giù di lì.
Lontano, lontano nel tempo lo dirò domani iniziando una conversazione con i ragazzi di una quinta elementare a Grassina.
Sarà dura cercare di raccontare cosa sia stato il fascismo, la Resistenza e la Costituzione, tanto più che il programma della scuola primaria si ferma in quinta ai tempi degli antichi romani.
Eppure occorre sempre provarci. Mettercela tutta per gettare qualche seme che si spera germoglierà in qualche forma.
Lontano, lontano nel tempo è memoria che non deve e non può scivolare via come se fosse ormai ingombrante, inutile fardello da poter rimuovere.
Perché in fondo , anche se io non è detto che vi possa assistere, ” vedrai, vedrai il mondo cambierà. Non so dire come o quando, ma un bel giorno cambierà!”
Non può andare avanti o finire così come si sta srotolando la storia in questa fase.
C’è sempre una speranza e una possibilità. A quella mi aggrappo mentre detesto e compatisco quelli che hanno solo il Piano A e non vedono il resto, non hanno sogni e per questo si sono incancreniti sull’idea della “fine della Storia” che anche a leggerla si sente che era ed è una vera e colossale sciocchezza.
Si c’è sempre una speranza e forse anche più di una possibilità di riuscire a rendere possibile anche l’impossibile.
Non ho mai creduto a chi ci racconta che gli esseri umani hanno dentro di sé una cattiveria innata. Nasciamo tutti allo stesso modo, nudi e teneramente puri. I sistemi e i contesti cambiano in peggio o in meglio lo stato di natura.
Chi lo ha stabilito a priori, che un mondo di cooperazione e coesistenza pacifica fra diversi sia nel regno di impossibile??
“C’è sempre una speranza e una possibilità”. Questa la tenace, positiva intelligenza di Nadia
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La speranza è una condizione essenziale per vivere
Senza speranza non ci può essere vita
Mi piace questa tua speranza che può rendere possibile anche l’impossibile
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“E ad un tratto chissà come è perchè ti troverai” a parlare di te e la tua storia ha un piano A. B. C……
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