Limiti e libertà – di Stefania Bonanni

Ho sempre saputo di essere esposta alle ventate, agli entusiasmi facili, alle persone sconosciute con le quali dividerei casa all’ istante, e i progetti di sogno mi innamorano, e le cause bislacche trovano un avvocato della difesa, in me. Sempre saputo, di vedere cose, particolari, stranezze che non vede nessuno. Ovvio che quando le racconto (di qui il progetto di diventare muta), sgranano gli occhi e scuotono la testa. Pensano strana, la solita strana, chi vive di certezze più vere del vero, a volte dice bugiarda. Per questo, forse, mi sono circondata di persone che non sognano, per poter continuare a farlo io, certa che se barcollero’, se la ventata mi farà sbattere, saranno forti per me, le mura alle quali potermi appoggiare, a volte nascondermi.. Mi sento, a volte, come il bambino di quelle mamme che orgogliose parlano con gli altri; ” Sarebbe così bravo se non si distraesse di continuo a guardare le mosche!! Sempre con la testa tra le nuvole.. ” Da poco ho scoperto l’origine della mia grande voglia di leggere, di vedere film, di ascoltare storie, un bisogno che non finisce, anzi si moltiplica: credo sia moltiplicare il sogno, svolazzare sulla vita ad una distanza dalla quale si vede meglio. O peggio, che in fondo è lo stesso Sono stata così tante volte sul punto di sbattere forte e sbriciolarmi come una statuetta di ceramica che si schianta sul pavimento e diventa un mucchietto di schegge irriconoscibili, che forse c’è stato, lo schianto. Anzi, senza forse. Come si sono ricomposti i pezzi? Si vedono, le incollature. Si sentono le cicatrici. Ogni cicatrice, un tatuaggio.
Poi, ad un certo punto della vita, sono stata fornita di corazza. Quella patente, certificazione di fragilità, mi ha avvolto in un mantello da super eroe, una corazza nella quale ci si può nascondere, si può essere disperati autorizzati, si può fare sfoggio di fragilità senza spiegazioni, praticamente si è rovesciato il paradigma. In un mondo di giovani e forti e sani, un fragile riconosciuto , a patto che chieda, si può permettere comportamenti inusuali, forse in fondo in fondo in fondo alle convinzioni c’è anche qualcosa che dice che non si sa mai per certo la natura della fragilità, per cui…..meglio assecondare…Io comunque , per la prima volta, non mi sento forte, questa è condizione che non conosco perché non appartiene al mio mondo, ma mi sento più stabile. Da quando barcollo ed inciampo, mi sento più stabile. È come se prendere atto dei limiti, avesse evidenziato il contenuto.
Bello quel tuo essere esposta alle ventate! Segno di gioventù che non muore mai, di coraggio, curioso entusiasmo. Prendi una sciarpa ma non temere mai le ventate!
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Una ” amica tatuata, corazzata, stabile…unica”
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I giovani si sentono forti, ma purtroppo sono falsi forti. Loro sì che hanno fragilità!!!
il tuo motto Stefania, e non solo per te, da ora in poi deve essere “BARCOLLO MA NON MOLLO” 😂
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Da quando barcollo mi sento più stabile…una definizione su cui riflettere TUTTI
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Grazie
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