Il pacco FRAGILE di Cecilia

La scatola fragile – di Cecilia Trinci

E’ tutto dentro questo computer. Foto, scritture, diari di bordo, attimi. Anche qualche sogno stropicciato.

Apro il coperchio, si accende la luce dello schermo che non basta per vederci bene anche sui tasti, gli occhi sono diventati fragili col tempo. E allora accanto al computer accendo un lume antico, con lampadina a basso consumo. Lo schermo acceso è chiaro e vedo che le lettere nere si avvicendano scattanti via via che scrivo, come sto facendo adesso.

Cancello, torno indietro, i pensieri sono fragili, hanno bisogno di parole, spesso anche di fatti, di azioni che realizzino un pensiero o di ricordi su cui prendere fiato.

Questa scatola rettangolare molto fragile contiene tutto questo tempo, questo lavoro inventato, questi pomeriggi di incontri e sogni prestati.

L’umore è fragile. Ultimamente di più, come se la buccia del cuore fosse un po’ lisa e a tratti si possa rompere, tanto è diventata trasparente.

Cerco nelle cartelle secondo le parole chiave e trovo, ma non sempre. A volte la ricerca va a vuoto perché le parole stanno dentro i files ben nascoste e non sempre trovo le pagine che cerco al primo colpo. Riprovo e riprovando trovo altre cose non stavo cercando. Mi fermo, leggo, mi perdo. Incontro una vecchia foto archiviata non so perché nella stessa cartella dove sto frugando. Le foto fermano periodi interi, li definiscono, li inchiodano.

Ho cartelle per ogni anno o per ogni settimana, ci sono i files registrati con tutte le conversazioni delle Matite. Ci sono i video del periodo lokcdown. Li ho copiati ovunque perché sono fragili. Può bastare un click sbagliato per perdere tutto: anni di parole.

Leggo, rileggo, le parole contengono aria vissuta, sospiri di emozioni che sono svaniti nel momento stesso in cui sono stati detti, confessati. Nessuno di noi ricorda cosa ha detto, non ricordo cosa ho risposto io; di tutto ciò che si prova o si dice resta sempre solo il sapore, un retrogusto forte, una scia che si aggiunge alla crosta di vita che ci portiamo dietro e dentro un inconsapevole chissà.

I pensieri sono fragili, volano via, come gli anni, silenziosi, frettolosi.

C’è stato l’anno dei due gruppi separati, l’anno delle scritture su carta che ricopiavo la sera, l’anno delle passeggiate, l’anno delle scatole a sorpresa, l’anno dei vestiti scambiati, dei cappelli, delle bottiglie blu, delle esperienze al buio. Non si può ricordare, fisicamente, tutto questo percorso fragile.

Eppure niente è volato via, è in questa scatola fragile, che è poi una manciata di fili oscuri, di contatti metallici, una macchina magica che qualcuno giudica un ordigno demoniaco che ci ha cambiato la vita. Basta nulla, in verità, perché si fonda o si blocchi.

Sono qui, ora, in questo pomeriggio fragile di fine inverno, non ho la penna d’oca come Alfieri, ma parlo con un video acceso che si anima, risponde, racconta, suggerisce. Forse l’ipotesi di uno “studio matto e disperatissimo” per raccontare la nostra avventura mi affascina, stare in questa stanza, in questa luce incerta mi fa sentire protetta.

Leggo da un libro accanto a me: “L’amicizia è uno specchio in cui l’uomo si riflette. A volte, chiacchierando con un amico impari a conoscerti e comunichi con te stesso (…) Capita che l’amico sia una figura silente, che per suo tramite, si riesca a parlare con se stessi, a ritrovare la gioia dentro di sé, in pensieri che diventano chiari e visibili grazie alla cassa di risonanza del cuore altrui (…) L’amicizia si fonda dunque sulla somiglianza, ma si manifesta nella diversità, nelle contraddizioni, nelle differenze. Nell’amicizia l’uomo cerca egoisticamente ciò che gli manca e nell’amicizia tende a donare ciò che possiede” (parole di Vasilij Grossman Vita e destino, riportate da Alessandro D’Avenia, in L’arte di essere fragili).

Perché essere fragili, saperlo essere, saperlo dire è la cosa più dolce che ci rende forti

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

9 pensieri riguardo “Il pacco FRAGILE di Cecilia”

  1. Un mondo affollato il tuo pieno di noi, invaso da noi, ti leggo e capisco in pochi minuti cosa voglia dire, saper scrivere, saper leggere, saper ascoltare, dare incondizionatamente.
    Mi rendo conto di non saper dire altro…nn ho mai saputo dire altro,
    fragile tra fragili.

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  2. Una scatola piena di tantissime case.Sentimenti .Cose dette sussurrando.Anche risate fra noi.E bellissimi i tuoi “sospiri di emozioni”..I nostri pomeriggi sono stati tante cose e molto belle.La tua scatola contiene cose preziosissime.Te e pezzi di noi in un grande intreccio di esperienze e di conoscenze, di amicizia.Abbiamo superato gli anni difficilissimi del covid stringendoci in un insieme che ci ha aiutato moltissimo. Anche solo vedendoci attraverso un video nn ci siamo persi né individualmente né come gruppo .Cosa nn scontata affatto.Grazie per i tuoi doni che in questi anni ci hanno permesso di crescere ancora..

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  3. Bella,davvero bella,questa umanizzazione di una macchina,da molti considerata strumento distruttore di anime.Non è così.L’uomo è misura di tutte le cose,ed è qui il grande problema..e anche la sua soluzione.Se ne parla troppo poco,come invece fai tu in queste belle considerazioni.Un abbraccio.

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  4. In un attimo ho visto disteso per lungo tutto il tuo lavoro
    Una striscia senza fine sinuosa e flessibile come un ruscello con dentro anni di parole di pensieri e di sentimenti
    Poi ho visto te Cecilia con le braccia aperte e con un bel sorriso raccogliere in un un abbraccio tutte le parole
    Eri felice e nell’abbraccio nemmeno una parola si è persa

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  5. “perché essere fragili, saperlo essere, saperlo dire è la cosa più dolce che ci rende forti”
    Quanto mi piace la tua fragilità! Quanto mi piace il tuo darci e prendere amicizia! Quanto mi piace come ci racconti! E quanto mi piace l’ipotesi di uno studio matto e disperatissimo!
    Grazie Cecilia, mettiamoci ancora tutte le nostre follie!

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  6. Una vita racchiusa nelle parole che tu abilmente usi per donarti agli altri con la generosità che ti contraddistingue

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  7. Questa descrizione mi fa pensare alla “scatola nera delle matite” dove si trova il viaggio che ci hai fatto fare insieme. Pieno di avvenimenti, storie, parole e soprattutto dell’AMORE che ci hai messo, che ci hai dato e continui a darci. Grazie Cecilia!

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