Incontro in Biblioteca: Alba Donati, “La libreria sulla collina”

Biblioteca Bagno a Ripoli 17 febbraio 2023

Saper sognare – di Cecilia Trinci

La Biblioteca si riempie piano piano.

Via via che il pubblico cresce trovo qualcuno da salutare. O qualcuno mi saluta.

Dopo una breve attesa arriva anche  Alba Donati e piano piano racconta il suo sogno, come è arrivato, come si è realizzato. Dice che non è stata sola, che un manipolo di sconosciuti l’ha finanziata attraverso il crowdfunding lanciato su facebook. Una richiesta che ha trovato echi, anche lontani. Hanno risposto in tanti. L’hanno aiutata e l’aiutano le persone del piccolo paese di Lucignana, sulla montagna sopra Lucca.

E così lei il suo rifugio tra le stelle lo ha costruito: una piccola libreria conosciuta ormai dappertutto, anche oltre l’Italia.

Mi domando perché certi sogni sono così forti.

Mi domando perché certe donne così piccole e apparentemente fragili sono così forti dentro. Cercava “un posto dove appoggiare il cuore”, dice, e il cuore lo ha appoggiato.

Piango in segreto per il cammino solitario che abbiamo fatto noi, per le similitudini che vedo dentro un sogno un po’ vicino al mio.

Rivedo persone che frequentavo prima del Covid, prima di quel giorno in cui all’improvviso tutto si è lacerato facendoci entrare in un buio totale.

Abbiamo dimenticato quel periodo buio, durato troppo per il nostro stato generale di salute psichica, e ora lo abbiamo esorcizzato. Ma lui c’è stato, si è infiltrato nel sangue, nel cervello. Soprattutto lì ha fatto bei danni.

Eppure siamo qua. Eccoci, stiamo tornando. Un po’ timidamente, come lumachine che sentono il primo sole, alzando le antennucce bagnate e curiose.

La mascherina la metto o no? Non importa più.

Ascolto titoli di libri che Alba ha adorato: “Cose che non ho mai buttato via” e il nostro Vilas, “In tutto c’è stata bellezza” su cui abbiamo invece lavorato forse 4 anni fa. I libri di Pia Pera, la sua scrittura con la SLA mi fa pensare al Diario di Maura che ho ancora in bozza inedita nel mio computer.

Qualcuno si riconosce in certi lati del suo racconto, vedo donne, (soprattutto donne, più coraggiose e curiose), che si avvicinano, vogliono andare a trovarla a Lucignana, scoprono amicizie comuni, esperienze simili.

Uscendo, Tina racconta la canapa e la sua casa illuminata di nipoti e ancora la bellezza di Pia Pera, che non conoscevo…

Le sinapsi si stirano, sbadigliano e forse lentamente riprendono un cammino.

Fuori ci sono le stelle.

La foto scelta da Rossella B.: le ragazze

Le amiche – di Rossella Bonechi

Eravamo finalmente riuscite a metterci d’accordo sulla data e non era stato facile! Ma avevamo conquistato un giorno tutto per noi, da tanto evocato, discusso, sognato e desiderato. Alla soglia di una nuova scadenza annuale che sembrava stavolta irraggiungibile, ho ricercato la prima istantanea: le mie tre amiche che di nascosto ho fotografato mentre guardavano ammutolite il mare; un attimo baluginato tra una corsa verso la battigia e l’arresto improvviso difronte all’immensità.

Ricordo che scattai in fretta, immaginando cosa stessero pensando: Milena, la prima a sinistra, sicuramente si stava ripromettendo di tornarci quanto prima (era troppo bello!), Patrizia, al centro, forse si chiedeva se il sole le avrebbe accentuato le lentiggini (erano così infantili!) e Angela, a destra, chissà se pensava alla frittura mista (che fame, come sempre!).

Al rientro, in macchina, decidemmo di rifarlo ogni anno, per celebrare la nostra amicizia, la vita, la libertà da tutto anche solo per un giorno ma condivisa con le amiche di sempre.

E ogni volta, da allora, ho scattato una foto. Eccole qui: quella dell’anno in cui Milena aveva il pancione, questa in cui Angela si sistema il foulard che regge il gesso del braccio al collo. Come non notare le tempie che ingrigiscono, i corpi un po’ appesantiti, i vuoti degli anni in cui non siamo proprio riuscite a rivederci tutte insieme, vuoti che si intensificano negli ultimi periodi.

Ma quest’anno sì, ce l’abbiamo fatta di nuovo, tra pochi giorni si parte! Non importa se una ha il bastone e vacilla, se l’altra ha ancora un’ombra nera di perdita negli occhi o se io non ho più la mano ferma e la foto tremerà un po’: noi ci siamo ancora e qualsiasi immagine verrà fuori loro saranno sempre le tre biondine immobili a rimirare il mare.

Le mie amiche.