Cartoncino: Spiaggia di bicchieri rotti
di Gabriella Crisafulli

Il treno procedeva con il suo movimento ondulatorio. Lei si addormentò felice di potersi abbandonare nelle braccia della poltrona: era stanca, era sempre stanca perché aveva sempre un gran daffare ma adesso si era presa questo tempo tutto per sé. Quando si svegliò i posti intorno a lei erano stati occupati e si trovò di fronte una donna molto più giovane di lei, tutta intenta a scrivere sul suo taccuino. La guardò con attenzione i capelli grigi accentuavano la sua giovinezza e il giallo e il rosso del suo abbigliamento comunicavano allegria, chissà se poteva parlarle, se le poteva raccontare lo scopo del suo viaggio, o meglio la scusa che si era data per fare questo viaggio: stava tornando a Tropea dopo più di trent’anni e desiderava solo visitare le rive fatte di tutto ciò che di rotto, frantumato, spezzato ma poi levigato, tornava indietro dal mare. La signora continuava a scrivere e lei aveva una gran voglia di raccontarle o di chiederle se era mai stata a Tropea, di raccontarle la sua arte povera, fatta di quello che il mare le consegnava, che gli umani scartavano e che lei trasformava. Poi tutti le chiedevano: e questo cos’è?
Grazie
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