Felicità fragile – di Carla Faggi

Oggi mi sento particolarmente bene. Passeggio e mi faccio cullare dal sole, il calore dei suoi raggi mi pizzica la pelle, l’aria fresca me l’arrossa un po’, il profumo strano della campagna in inverno fatto di caminetti accesi e tazze di tè, mi è attorno. L’aria pungente sa di legna umida, di foglie secche, di terra, di bosco. I suoni lontani arrivano nitidi portati dall’aria serena, puoi vederli e quasi toccarli quei monti lontani quando è sereno in inverno. In questo fine inverno, quando non è ancora primavera come si fa a non essere felici! Ora entro in casa e chiederò a Marco “dimmi che sei felice”, ma lo vedo davanti al televisore con uno sguardo strano. Guardo anch’io. Terremoto in Turchia e Siria. Tanti morti, feriti, devastazione. Immagini terribili. Mi metterei a piangere. L’inverno ora è diventato solo freddo. La tristezza quando ti entra nello stomaco, te lo riempie e poi sembra ti voglia scoppiare dentro. Ma come si può pensare di essere felici! Forse la felicità è solo figlia dell’egoismo, forse è data solo da quell’attimo in cui ti senti al di sopra del mondo ma dura quanto un raggio di sole in inverno.
Poi quando smetti di sentire solo l’emozioni di pancia e pensi più freddamente, rientri nel quotidiano , ma non hai più voglia di scrivere di felicità.
Felicità come figlia di egoismo è solo una sorella di tante Felicità fatte di sentimenti diversi. Egoismo è mettersi al centro, Felicità è forse mettere il mondo al centro
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Felicità/ verità…quell’ attimo che ti distoglie dalle tragedie, dalle ingiustizie.
quando guardi altri specchi vacilli…..ti accorgi che “il raggio di sole d’ inverno” è già sparito…..
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“ma non hai più voglia di scrivere di felicità “, già…..la tragedia degli altri che congela il nostro stare bene, il senso di colpa per essere stata felice mentre qualcun altro soffriva. Innegabile, ma disperatamente inutile.
Brava Carla, hai descritto benissimo il cambio repentino di atmosfere opposte.
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Carla hai colto il punto. Siamo felici se tutti lo sono..e basta poco per interrompere lo stato di benessere che ci avvolge quando viviamo la quotidianità..anche quella di una passeggiata con il vento di febbraio che punge la faccia ma infonde energia e vitalità. Felicità come ho scritto a Cecilia è parola che preferisco sussurrare per paura che possa volatilizzarsi … viverla più che definirla e ritrovarla nelle piccole che cose che ci circondano.A volte basta poco per stare bene .. e va tenuto stretto perché in un attimo,un solo attimo tutto può svanire. Quelle immagini di devastazione danno il senso della fragilità estrema di ogni cosa.Può bastare un nanosecondo …
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La prima parte e poi la seconda
In un attimo cambia tutto
Un colpo al cuore, l’ennesimo di questo tempo senza pietà!
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