Dimmi quando tornerai felice, Carla

Felicità fragile – di Carla Faggi

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Oggi mi sento particolarmente bene. Passeggio e mi faccio cullare dal sole, il calore dei suoi raggi mi pizzica la pelle, l’aria fresca me l’arrossa un po’, il profumo strano della campagna in inverno fatto di caminetti accesi e tazze di tè, mi è attorno. L’aria pungente sa di legna umida, di foglie secche, di terra, di bosco. I suoni lontani arrivano nitidi portati dall’aria serena, puoi vederli e quasi toccarli quei monti lontani quando è sereno in inverno. In questo fine inverno, quando non è ancora  primavera come si fa a non essere felici! Ora entro in casa e chiederò a Marco “dimmi che sei felice”, ma lo vedo davanti al televisore con uno sguardo strano. Guardo anch’io. Terremoto in Turchia e Siria. Tanti morti, feriti, devastazione. Immagini terribili. Mi metterei a piangere. L’inverno ora è diventato solo freddo. La tristezza quando ti entra nello stomaco, te lo riempie e poi sembra ti voglia scoppiare dentro. Ma come si può pensare di essere felici! Forse la felicità è solo figlia dell’egoismo, forse è data solo da quell’attimo in cui ti senti al di sopra del mondo ma dura quanto un raggio di sole in inverno.

Poi quando smetti di sentire solo l’emozioni di pancia e pensi più freddamente, rientri nel quotidiano , ma non hai più voglia di scrivere di felicità.

Dimmi che sei felice, Sandra

Spero di fare felice te – di Sandra Conticini

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Ti devo dire che sono felice? Allora ti accontenterò. – Sono felice! Ma sappi che non è vero, ma spero di fare felice te.

La felicità è un sentimento difficile da raggiungere arriva come una folata di vento ti scompiglia tutta,  ti fa diventare più bella,  sorridente, allegra e spensierata. La devi prendere al volo perchè  dura poco e non si sa quando ripassa.

Per me la felicità è fatta di cose semplici, leggere un libro, dedicarmi ai miei hobby preferiti, andare a camminare, vedere il cielo azzurro, sentire il cinguettio degli uccelli, guardare negli occhi un capriolo, cogliere qualche fiore ed a casa odorare il suo profumo.

Vedere mia figlia contenta e sorridente è la cosa che mi rende più felice. Quando vengo apprezzata per qualcosa che ho fatto, mi si apre il cuore.

Essere contenta della felicità altrui,  quando aiuto o faccio qualcosa per qualcuno sto bene. Sapere che le persone mi stimano e mi vogliono un po’ di bene.

Per apprezzare la felicità bisogna prima aver conosciuto la tristezza e la disperazione, solo allora si  capisce quanto siano importanti le piccole cose e la quotidianità.

Dimmi che sei felice, Rossella, anche se non è vero

ANCHE SE NON È VERO… – di Rossella Gallori

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Anni difficili, pochi, anni in cui si gioca con le bambole, si baciano le margherite, anni, i suoi, così fragili da potersi rompere da un momento all’ altro, anni che si ruppero all’improvviso ma non troppo, le finestre erano spalancate, il vento forte le fece sbattere, i vetri caddero a terra, sembravano lacrime di diamanti, erano invece solo pezzi di qualcosa che taglia, può ferire perfino uccidere.

ANCHE SE NON È VERO…

Fu semplice per lei decidere di non essere più felice, lo giurò su quella tomba di  morsi di cristallo: non sarò felice, non senza di te.

Cominciò la lenta tessitura, era diventata un ragno, nel suo regno di testarda infelicità, così convinta, da convincere anche gli altri.

Il primo amore il cuore a mille, è non era felice…e quando lo era lo negava ed aveva paura di infrangere il giuramento, ripeteva come un mantra: non sono felice.

Anche se non è vero…

Le prime vacanze spiagge assolate, acqua di mare, ombrelloni a spicchi di frutta…e quella voglia di ridere che le moriva sulle labbra. Piano piano si abituò, senza drammi con la certezza che se si promette si mantiene ed è per sempre, sempre. Ed anche con il passare degli anni continuò ad usare lo stesso telaio dell’ infanzia. Un po’ contenta si, ma felicefelice mai, giammai, sorrideva per lavoro, per educazione e quando qualcosa di bello le capitava, si era così abituata che alzava gli occhi al cielo e senza aprire bocca diceva: tranquillo senza di te non sono felice.

Anche se non è vero…che diventa triste quando piove…

  Anni ed anni con quel giuramento appeso al collo, una collana pesante e preziosa fatta di ricordi, di sogni, di un amore così grande da bastare nei momenti bui, nella solitudine…nella compagnia, nella gioia di un figlio dalla pelle di porcellana e gli occhi color foglia d’ autunno.

Nei viaggi…lui che non c’ era  ma era  sempre con lei

Anche se non è vero

 Era diventata prigioniera, della solita famosa gabbia aperta, era andar a vedere persino sul vocabolario, non trovò la parola felicità, ne fu quasi consolata, contenta che la sua verità, fosse avvalorata da un refuso immaginario…

Si frugò nella vestaglia di pile rosso trovò una chiave, ecco dove era nascosta pensò, con il cuore che bolliva.

Oramai era quasi vecchia,  intraprese il viaggio, con pochi cenci in borsa, con le sue poesie d’amore, con i suoi scritti senza voce, sapeva dove andare, chi cercare.

Il portone era aperto, la chiave diventò inutile,  tutto sembrava aspettarla, si sarebbero riconosciuti anche se lei ormai era riuscita ad essere più vecchia di lui, sembrava la madre di suo padre.

Si guardarono negli occhi, occhi così uguali, da confondersi…

Lui fece il gesto di farle le solite trecce, ignaro, forse che i capelli e gli anni non erano più quelli, sussurrò qualcosa ed ancora una volta lei si sentì vivere:  dimmi che ti manco un po’…dimmi che stai bene….

DIMMI CHE SEI FELICE ( I MODÀ)

Il giuramento si era sciolto, perché lei ormai era una nuvola…..

 Che fantastica storia la vita ( Venditti)

Dimmi che sei felice, Anna

LA LEGGEREZZA DI ESSERE FELICE – di Anna Meli

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            Felicità è cogliere l’attimo. E’ una  manciata di coriandoli che improvvisamente ti arriva addosso e divide in mille colori volteggianti; è un fuoco d’artificio che scoppia e si spande in scintille di stelle e poi finisce lasciandoti estasiata.

            Ogni momento di felicità vissuto lascia un segno che invita non tanto alla sua continua ricerca, ma a predisporsi ad accoglierla, ad afferrarla prima che se ne oscuri la luce.

            La solitudine è la nemica più forte della felicità, non bastano i ricordi per farla rivivere: è una stella cadente fulgida nella sua scia, ma che poi si annulla nell’oscurità del cielo. Cerco in modo costante dentro di me attimi di felicità che sono gratuiti e così mi trovo spesso ad apprezzare il cielo con le sue mille sfumature di un tramonto rosso fuoco, oppure sentire il vento che ti porge una carezza che al momento ti manca.

            Mi da felicità aiutare gli altri a sentirsi felici ed è esaltante mescolarsi alle grida dei bambini che giocano correndo pieni di vitalità. Sono piccoli frammenti di un tutto che vanno ad abitare dentro di me e mi fanno sentire leggera.

            Perché le cose belle prima o poi devono finire?