Stanca di gambe – di Rossella Gallori

Stanca di gambe…
Guardo le mie pantofole, una volta pretenziose, stanno per lasciarmi, sarà che il dietro è ceduto, sarà che il velluto ha perso colore, sarà che son vecchie anche loro e di quel rosso brillante, eccessivo no c’è più traccia, tengono ancora caldo, questo si, ci sto comoda, come nei pantaloni un po’ sformati, come nel golfone da sciatore anni 50…
È un pomeriggio freddo, troppo. Spengo la televisione, stufa di notizie in cui non credo, di partiti che non mi rappresentano, di attrici già mummificate da vive, di guerre senza soluzione…di anniversari pesanti.
Spengo la televisione e mi rendo conto di essere stanca di gambe…
Ho camminato troppo, con calzature sbagliate, con zaini pesanti e poco solidi…con cattive compagnie, o sola, o quasi sola, ho scalato montagne, percorso sentieri affacciati sul mare, paralleli a fiumi, ho dormito sotto le stelle, anche sopra le nuvole, ho mangiato mele rubate, ciliegie regalate, uva lanciata dai carri dei vendemmiatori ….
Stanca di gambe
Sotto il plaid, sento nelle cosce il formicolio dei ricordi, ho veramente camminato troppo, sono crampi intermittenti, mi tengono sveglia, come mi tenevano sveglia i raggi del sole, poi toglievo i pantaloni corti, gli scarponi, vedevo il segno lasciato sulla pelle e ridendo bevevo da una borraccia di alluminio dal laccio di cuoio di un colore sudicio e giovane.
Stanca
Ho visto chilometri di facce, metri di stoffa, ho fatto scale, scalinate, scalini di marmo, scale di legno.
…di gambe
Erano gambe sfacciate le mie, che avevano voglia di raggiungere posti lontani, città esagerate. Avevano voglia di correre di scappare, di raggiungere grandi traguardi, senza fare la gara.
Ho passato ponti, che ora temo, eppure nonostante tutto cammino ancora tanto, a volte troppo, con mete immaginarie, con zaini leggeri e funzionali, con buone compagnie, sentieri senza strapiombi e poi se non arrivo me ne frego, faccio finta di non esser partita, perché sono stanca, stanca di gambe, di testa, stanca di esser la modella di Botero, a cui non entra il pile, stringono gli scarponi, pizzicano i calzettoni.
È un po’ già troppo domani, sono stanca.
Ho camminato più tardi degli altri bambini, ma non mi sono più fermata, ho solo commesso un errore, forse, ho fatto sempre la stessa strada, non conosco che quella, ma ora scanso i dissesti, so dove appoggiarmi…anche al buio, ed il buio di questi ultimi anni è stato pesto, tosto, avevo una piccola pila sul cappello, ce l’ho fatta a cadere benino, mi sono rialzata, ammaccata, ma ero:
Stanca di gambe…
Passo dopo passo, arrivo, magari incazzata, piena di lacrime, o morta di risate per un nulla con le zampe, oppure confusa, con la testa vuota, con i medicinali scaduti, con il moccio che mi cola con i fazzoletti appallati nella manica sinistra del solito vecchio maglione, con un gatto che mi guarda, con un silenzio che mi ama, arrivo magari ieri ma arrivo…Non è trekking è stare fermi e camminare. Gli scarponi? Non so dove sono, non mi servono…sono…..sono
Stanca di gambe…
Mi chiedo, leggendoti ora, come mai ci sono solo i puntini che servono, nel punto giusto. Non ho fatto modifiche, era così questo testo. Non hai più bisogno di appoggiarti ai puntini, forse camminare è stato nella direzione giusta? Forse le gambe stanche ora ti sorreggono?
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Questa volta non ho parole Rossella…una pagina bellissima!
Che ne dici di un paio di scarponi o semplicemente un paio di scarpe nuove dal colore sfacciato?
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La frase “attrici già mummificate da vive “ ,vale un volume intero di luccicanti Sanremo.Ma ce ne sono altre,molte altre,di frecciate abbaglianti.Varrebbe la pena divulgarle di più!
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Si parte da una paio di pantofole e guarda te dove riesci ad arrivare..anche se sei stanca di gambe. Sei magica ragazza e sai scrivere cose bellissime.
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