Storia di Stefania: scappare via

La fuga – di Stefania Bonanni

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I casi erano due: avvicinarsi, salutare, dire le solite ovvietà richieste dal caso:  “ma sei Paola, ma come si fa  a essere sempre la solita? giuro sei proprio come ti ricordavo seduta in aula magna a prendere appunti….” poi le avrei stretto la mano con partecipazione  cercando di avvicinarmi  il più possibile e inevitabilmente avrei visto le piccole rughe intorno alle labbra e quello stringere gli occhi dall’emozione che li facevano sembrare  piccoli, più piccoli di un tempo, e forse neanche più tanto verdi e forse neanche blu: i colori erano affogati in un marroncino con qualche riflesso, nulla di più. Le avrei visto le pieghe del collo che accusavano la forza di gravità come tutta la carne, avrei chiesto se era sposata e non mi interessava per nulla, avrei chiesto se aveva dei figli e questo mi mi sarebbe servito per parlare dei miei, avrei domandato del lavoro ma la scontata risposta “sono in pensione” (che è la cosa che anche io rispondo a medesima domanda) detta in un supermercato pieno di gente di corsa, aspettata a casa da figli piccoli, in quella pausa pranzo per fare la spesa mi sarebbe sembrata proprio intollerabile, a metà strada tra il sentirsi inutili e l’essere parassiti, a godere di privilegi a carico di qualcuno. Se l’avessi salutata avremmo parlato del nostro compagno di corso, morto giovane in un incidente di “come è strana la vita proprio lui così bello e pieno di donne”, poi si sarebbe parlato del tempo che “non è più quello dei nostri tempi”… e qui ci sarebbe stato bene un punto esclamativo! Come si fa a ricordare com’era il tempo? e poi si sarebbe passati agli acciacchi e arrivati al reflusso gastrico avrei guardato l’orologio e fingendo sorpresa avrei chiesto  scusa. Dicendo una bugia avrei detto di sperare di incontrarla ancora e mi sarei allontanato di corsa, senza fare la spesa… E questa era la prima ipotesi: andarsene di corsa

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

2 pensieri riguardo “Storia di Stefania: scappare via”

  1. Storia breve di “ordinaria normalità”
    Non banale, così vera da dire: mi è capitato, proprio..ieri…
    Chapeau Stefy…
    “E FORSE NEMMENO PIÙ TANTO VERDI E FORSE NEANCHE BLU”

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