Il Vigliacco – di Nadia Peruzzi
Quasi poteva toccarla. Poteva scorgere i segni dell’età su di lei. Non era stata benevola, pensò!
Un reticolo di rughe segnavano il suo viso. Le mani erano quelle classiche di una vecchia. Mani che avevano faticato e che dovevano essere pure ruvide. Le unghie, per nulla curate, avevano lo smalto rosso tutto consumato e erano proprio sciatte a vedersi. Poi c’era quel livido sul collo, che spuntava da quel fazzoletto dozzinale.
Una tenerezza mista a rabbia stava montando dentro di lui. Gli venne voglia di stringerla e carezzarla dopo essersi fatto riconoscere. Voleva placare così i dubbi che si erano affacciati alla sua mente e confortarla. Gli era sembrata fino dalla prima occhiata una donna ferita dalla vita, imprigionata in una condizione per nulla buona anche economicamente e forse di infelicità, senza via di uscita.
Pietro si guardò intorno prima di fare un passo avanti verso Paola. Vide un tipo che teneva gli occhi fissi su di lei e sembrava proprio che la stesse aspettando.Un tipo che gli mise ansia.
Così fece quello che aveva fatto tanto tempo prima.
Era uno che il coraggio di farsi avanti non lo trovava mai. Tanto meno con lei.
Era finita con un vigliacco che la maltrattava, lo aveva saputo dagli amici e forse il vigliacco era proprio quel tipo che sembrava la stesse aspettando.
Pietro neanche allora si era mosso, malgrado sapesse che non faceva per lei.
In fondo si era comportato da vigliacco lui stesso con lei, ne era sempre stato consapevole.
Almeno osare di provarci? Quante volte se lo era detto!
Invece nulla! Mai era riuscito a farle capire quanto tenesse a lei, quanto lo rendessero allegro le sue battute intelligenti, quanto la sua risata cristallina lo emozionasse nel profondo.
Aveva provato sentimenti forti in quel tempo, ma non aveva osato combattere per lei.
Dopo poco, gli avevano detto gli amici, era arrivato quel tipo, lo sbruffone smargiasso, uno dagli occhi torvi e cattivi ma con quel che di bello e dannato che l’aveva affascinata alla prima occhiata.
Si era fatto avanti e in un attimo Paola era sua!
Lui invece si era rintanato nei suoi “osare o non osare” da Amleto di quart’ordine e se l’era fatta scappare.
Con quel pacco di pasta e quel cartone di latte in mano tornò a sentirsi un vigliacco. Brutta sensazione davvero. Certo lui non avrebbe mai osato trattarla con violenza, ammesso che quel livido fosse stato causato dal vigliaccone smargiasso.
Per sentire meno il peso della sua vigliaccheria si stava facendo il solito film degli indecisi fra l’essere e il non essere.
Battere in ritirata era l’unica cosa che sapeva fare davvero bene. Era uno di quelli che mai aveva osato fare passi avanti per cambiare l’ordine delle cose. Nemmeno ci pensava proprio.
Quindi ,anche quella volta preferì la via più semplice. Far finta di nulla.
Che senso aveva, in fondo, dopo tutti quegli anni, riagganciare Paola, una storia da università, che nemmeno aveva avuto il coraggio di tentare di far nascere.
Arrivò con la pasta e il latte alla cassa. Dette un ultimo sguardo a Paola e alle ciocche scomposte e stoppose dei suoi capelli, ad una lei che in fondo non era nemmeno più lei ai suoi occhi.
Abbassò la testa, pagò e se ne andò senza voltarsi indietro.
Si sentì colpevole e anche un po’ una merda. Ma era fatto proprio così, lo sapeva da anni.