La differenza – di Rossella Bonechi

Nell’erba alta un fruscio improvviso, un movimento inaspettato e poi più niente. Ho visto male? I miei sensi erano stufi di sola contemplazione? No: ecco che intravedo due punte pelose che sembrano tremolare un po’. Scosto piano con le mani il sipario d’erba e appare una piccola lepre, immobile, solo il suo nasino freme e le zampe posteriori sono in tensione pronte allo scatto.
Lei si immobilizza tentando di ingannare il predatore e dargli ad intendere che non ne vale la pena. Ma chissà come trema il suo cuore, chissà se il suo istinto le sta continuando a suggerire l’immobilità o la prepara alla fuga improvvisa. Anche io trattengo il respiro, non voglio che scappi ma vorrei comunicarle le mie buone intenzioni.
E d’un tratto lei non c’è più, è quasi volata con un salto liberatorio che mi ha lasciata impreparata, sorpresa, quasi delusa. Le deve essere costato parecchio rimanere ferma ferma in preda al terrore, come pure sarebbe stato faticoso lanciarsi in una corsa con la paura di non farcela.
Perché ci vuole la stessa energia sia a muoversi a vuoto che a rimanere saldamente fermi. Il risultato cambia solo se si sa guardare anche con il cuore, solo se si mette in moto l’empatia e la gentile curiosità, così da scoprire cosa cela l’altro dietro la scelta tra il Masso e il Vortice; potremmo accorgerci che alla fine forse non c’è differenza tra noi e la lepre.