Senza muoversi mai – di Carmela De Pilla

Non si era mai chiesta cosa avrebbe fatto nella vita, si lasciava trasportare dalle onde in uno spazio straniero o amico, si era trovata vecchia senza avere il tempo di contare il tempo e ora, indiscussa protagonista di tutta la famiglia se ne stava ancora lì, nella stessa casa che l’aveva vista bambina.
Quando si sposò fece di tutto per rimanere aggrappata a quelle mura, lì aveva visto nascere e crescere i due figli, aveva ricamato giorno e notte in quella piccola stanza buia consumando gli occhi, aveva litigato, amato e aveva conosciuto la morte negli occhi del marito.
Tutto veniva deciso tra la cucina e la stanza adiacente che assomigliava a un soggiorno soltanto perchè c’era un divano, era lei che con la sua placida tranquillità muoveva i fili delle marionette, a volte spinta da necessità a volte dal suo piacimento.
Una donnina si direbbe, esile e piuttosto bassa, ma con una forza neghi occhi che la faceva resistere ai venti più impetuosi, sicura nel prendere decisioni, ma altrettanto fragile, quando si trovava nella solitudine della sua casa aveva paura perfino della sua stessa ombra e ritardava fino a notte inoltrata il momento di andare a dormire perchè, diceva, dormire è come morire.
Mai andava a fare visita a qualcuno eppure tutti passavano ore con lei, mai raccontava i fatti suoi, ma lei sapeva tutto di tutti, non credo che sia mai uscita dal suo paese, è rimasta sempre lì tra la cucina e quella stanza adiacente, ma la sua storia è stata un sussulto continuo in un mondo gonfio di tanta vita.
“Una donnina si direbbe, esile e piuttosto bassa, ma con una forza neghi occhi che la faceva resistere ai venti più impetuosi, sicura nel prendere decisioni, ma altrettanto fragile, quando si trovava nella solitudine della sua casa “……….la vediamo, questa donna minuta (del sud?) regina tra la cucina e il soggiorno, informata su tutto, una vita attenta, “un sussulto continuo in un mondo gonfio di tanta vita.” Per molte donne è stato così e lo è ancora….
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” tra la cucina e la stanza adiacente”
” tra la cucina e la stanza adiacente”
Il ritmo dell’immobilità, una musica lenta, non monotona….
Una donna piccola, in una casa piccola, ed il mondo le scorre davanti, come la vita, sa ascoltare anche il silenzio…..
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Mi fa pensare alla nonnina Anna che viveva in un trullo a Putignano. Lei emigrò negli States ma poi tornò alle sue amate mura in uno spazio minuscolo adatto a lei che era minuscola.
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(Aveva litigato, amato e aveva conosciuto la morte negli occhi del marito) grazie
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