Colibrì – di Patrizia Fusi
Pensando al colibrì che rimane quasi fermo e si nuove in un ambito ristretto, lo sento più vicino a me, lui non va lontano ma sta col suo nucleo famigliare.
Per me sentirmi un colibrì non vuol dire non muoversi ma apprezzare quello che mi circonda, accudendo a me stessa e alle persone care, con tutte le dinamiche caratteriali che ci sono nei nuclei familiari.
Forse si potrebbe vivere con molto meno cose materiali e godere di più dei contatti umani.
Il nostro vivere attuale in una parte del mondo è una corsa sfrenata al continuo cambiamento nei consumi di oggetti in tecnologia, amicizie, affetti, siamo sopraffatti dalle notizie.
Mi chiedo se il nostro cervello sia veloce come questi cambiamenti.
Sui giovani di questa parte di mondo, tutto questo correre che effetto avrà?
Quali valori stiamo passando con questo modello?
Mi chiedo: della nostra vita scegliamo forse il venti percento.