Sulla scia di Guccini con Stefania

Lettera a Guccini – di Stefania Bonanni

Foto di StockSnap da Pixabay

Sapevo che sarebbe successo, ma ho dovuto aspettare il tempo dell’ascolto di me, del silenzio di fuori. Allora ho capito che la promessa si avverava: “i vecchi non sanno, nel loro pensiero, distinguer nei sogni il falso dal vero”. (Guccini). E aspetto con ansia quel magico momento un po’ chiaro, un po’ scuro, un po’ caldo, un  po’ freddo, un po’ sveglia, un po’ addormentata, nel quale vorrei avere braccia più lunghe e dita da strega, per acchiappare e stringere quello che se ne andrà comunque, ma vorrei fosse più tardi, più tardi, e sempre di meno, che lasciasse strascichi, ragnatele, piume. Dura poco, ma ci posso lavorare. Mi sento immersa nel formicolio, formica di un formicaio fatto di nomi dimenticati e facce che so di aver guardato e scordato ,ma che ritornano intatte, e magari erano figli della Cosa, parenti di Coso, nipoti di Cosino, presenze alle quali non si è dedicato un ricordo, un attimo, ma ritornano per magia, e chissà perché.

E poi, ogni mattina, aspetto la Francesca che salta sul mio letto, come sempre ha fatto finché ha vissuto qui. Io lo so bene che non c’è, ma ogni mattina mi sveglio con il suo calore addosso, e me la sento dentro, come quando c’è stata per davvero. E non lo posso dire, se non a voi che mi capite, perché la risposta è ovvia, e magari accompagnata dalla testa che si scuote. Invece per me è un momento fisico, e detesto le mattine nelle quali capita di alzarsi in fretta. Aspetto, aspetto…ma c’è davvero di meglio che aspettare l’amore?

Poi, saranno una decina di giorni, nel chiaroscuro della serranda semichiusa (o semiaperta?) vedo nettissima una persona seduta in fondo al letto. Stropiccio gli occhi, mi butto giù , mi tiro in su di nuovo, e ….accetto la situazione, e guardo. Non devo sforzarmi di indovinare, quel profilo severo e quella schiena dritta li conosco bene. La treccia di capelli che gira intorno alla testa, perfino il vestito ricordo. È la mia nonna, e mi piglia una gratitudine liquida che mi arriva dappertutto, una specie di consapevolezza di aver fortuna , di riuscire a vedere. Allora la studio, non si parla, potrebbe sparire tutto, bisogna accontentarsi. È uguale a sempre, le mancano gli occhiali. Forse si impara a vedere con qualcos’altro. Invece quella schiena dritta mi fa capire che porta sempre il busto con le stecche di balena, e questo francamente mi turba: non passano i dolori? 

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

8 pensieri riguardo “Sulla scia di Guccini con Stefania”

  1. “Invece per me è un momento fisico, e detesto le mattine nelle quali capita di alzarsi in fretta. Aspetto, aspetto…ma c’è davvero di meglio che aspettare l’amore?” No niente di meglio mai. Tenerezza e possibilità, verità, fantasia e soprannaturale si fondono sempre nel cuore immenso di Stefania

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  2. Bellissimo, bellissimo, bellissimo brano!
    Non c’è niente di meglio che aspettare l’amore!!
    Dolcemente intima la treccia che gira intorno alla testa!

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  3. “i vecchi non sanno, nel loro pensiero, distinguer nei sogni il falso dal vero”. (Guccini). E aspetto con ansia quel magico momento un po’ chiaro, un po’ scuro, un po’ caldo, un po’ freddo, un po’ sveglia, un po’ addormentata, nel quale vorrei avere braccia più lunghe e dita da strega, per acchiappare e stringere quello che se ne andrà comunque, ma vorrei fosse più tardi, più tardi, e sempre di meno, che lasciasse strascichi, ragnatele, piume.

    Sogno e realtà che si intrecciano e persone talora solo sfiorati ..i tanti “coso” che ci hanno accompagnato comunque in questo viaggio.. il lettone e l’amore di una figlia e per una figlia e questa nonna che è un’apparizione che si avvicina al reale …
    Bello.

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  4. (Ma ogni mattina mi sveglio con il suo calore addosso e me lo sento dentro, e come quando c’è stata per davvero )(forse si impara a vedere con qualcos’altro)grazie

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  5. Dolce e rassicurante quel risveglio con la Francy che salta nel letto e il ricordo di nonna Marianna che ti segue donandoti nella rigidita’ del suo busto sostegno e affetto

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  6. “… detesto le mattine nelle quali capita di alzarsi in fretta … ” È così anche per me e metto la sveglia sempre prima per avere il tempo di gustare il sonno appena terminato, qualche brandello di sogno che evapora, le copertine che usavano le mie nipotine da piccole quando venivano a casa mia.

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  7. Che soddisfazione riuscire a rivivere momenti già vissuti e anche sentire il calore dell’amore! Ricordare il vestito dopo tanto tempo, anche questo non è forse vero amore? Grazie Stefania.

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