Incipit con cartine di Patrizia

I colori dell’autunno di Patrizia Fusi

E poi c’era brutto tempo. Arrivava da un giorno all’altro una volta passato l’autunno.

Mi ci vuole del tempo per adattarmi ai giorni freddi.

Sono seduta sul divano, avvolta da un morbido plaid a scacchi colorati, nero, marrone e senape, regalo di una persona cara, mentre mi rilasso mi, viene alla mente una tiepida giornata autunnale piena di sole con una leggero vento che muoveva i rami dei tigli che formavano un tunnel dorato, le foglie su gli alberi avevano dei colori stupendi dal giallo dorato al rosso ramato con sfumature di marrone chiaro, il sole filtrava fra i rami e faceva rispendere tutto.

Dagli alberi cadevano altre foglie, sembravano grossi coriandoli, cadendo avevano formato un tappeto colorato e morbido, era piacevole camminarci sopra, pestandole facevano un leggero scricchiolio, mentre camminavo nel viale incontro una bella ragazza dai capelli rosso dorati come le foglie dei tigli….

Incipit con cartine di Rossella G.

Pensieri in numero pari – di Rossella Gallori

E poi c’ era brutto tempo, arrivava da un giorno all’ altro, una volta passato l’ autunno…

Quello l’ aveva scritto uno bravo, io, io, cosa potevo fare, con quell’ immagine ancora negli occhi, con quel ricordo, confuso e nitido al tempo stesso, con quell’ orologio, fermo, ed incomprensibile, con 2 lancette ciondolanti, come il membro di un partito scomparso, le 6e30? Le 18e30?

Un giorno buio, illuminato da uno scialle porpora, gettato su una poltrona Frau di pelle sbucciata, se non ci fosse stato nell’aria il profumo di lui mischiato a quello di lei, quell’ odore forte di  rum, la camicia per terra, un’ autunno cattivo, ed un inverno ignorante che bussava alla porta, lei mezza nuda, lenta e spenta…

Numerai i pensieri, per dare un ordine a qualcosa che non sapevo se avevo immaginato o vissuto:

1: aprì la porta, si avviò verso il buio, poco vestita, poco coperta dentro, si avviò verso il buio.

2: quasi sicura di perdersi.

3:affrontò un bosco di legno e foglie, fitto e fottente.

4: approdare al lago.

5: non cadere nel lago, ma immergersi, per assaporare il gelo.

6: cercare di cogliere sul fondo, quel fiore educato, colorato da una natura delicata.

7: bere, bere, bere.

8: galleggiare con la pancia gonfia, da balena di pozza, e quel fiore stupido tra le labbra livide.

Non andai oltre il numero otto, in  un attimo mi sentii stanca, in quella stanza dalle pareti di carta imprimè, con un orologio a cucù senza un misero uccello a scandir ore, senza una pila per  funzionare, con lancette impotenti ferme sulle 18e30…o erano le 6e30…..

E poi c’ era brutto tempo…

…quello lo aveva scritto uno bravo, io, io, io……