La mia città invisibile – di Daniele Violi

La mia città è invisibile, la mia città che ho amato e che non mi esce dalla testa non la trovo, non la vedo più. Andavo dentro la mia città a scoprire spazi e luoghi nascosti dove la vita ha calcato i suoi passi, la vita di generazioni che hanno chiesto alla mia città di essere protetti, di essere per loro di stimolo per continuare a credere nella bellezza, la bellezza delle intelligenze. La mia città che mi ha proiettato con la sua gente e la sua cultura, le sue pietre, nell’iniziare a conoscere il mondo, le altre genti, le altre culture, le altre pietre. Si è spenta poi la fiamma che era accesa e mi riscaldava le mie emozioni che sono ora assopite da nebbia e fumo come negli inferi, salgono e si cospargono ogni volta che mi avvicino alla mia amata. La sua bellezza connotata, il desiderio di vivere e scoprire anche più volte le parti più vissute, i vicoli e strade vecchie con i suoni i profumi, la serietà dei palazzi costruiti da mani esperte e valenti e progettati per distinguere la potenza di una città, ma sempre nella bellezza artistica dei rilievi e delle sue originalità. La forza di questa città che mi ha conquistato il cuore, ora è svanita, mi trova lontano, solo il sentimento di amare si incrocia con la mia esistenza fortunata perché vissuta con la mia amata bellezza, in un connubio che mi ha sempre stimolato, dove la materia e la creatività di uomini e donne, menti antiche e visionarie, con la natura sempre hanno convissuto. Oggi la mia città non ha più forza, più entusiasmo per continuare ad essere felice. Si lascia andare, chiude gli occhi, non vuole vedere l’inferno che cresce attorno e dentro di Lei. Questo mi dice la mia amata città e anche io soffro di questo malessere e talvolta cerco di proteggerla standoLe vicino, ma mi accorgo che solo il ricordo delle emozioni vissute mi rimane e mi consola.
Grande amore per qualcosa che non c’è più.
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