Gorgo – di Sandra Conticini

Finalmente ci rivediamo in un ambiente al chiuso, molto particolare ed anche accogliente: la carrozza 10. Siamo tutti euforici come i bambini che vanno a scuola e che si rivedono dopo le vacanze estive! In questi due anni di pandemia ci siamo rivisti quasi sempre da remoto oppure in qualche parco o giardino, è stato bello, ma questa volta è diverso. Abbiamo un tavolino e tutti una sedia, riusciamo ad avere anche il distanziamento perchè è proprio un vecchio vagone di un treno merci, quindi un po’ stretto, ma lungo.
Qualcuno ha portato anche ovetti di cioccolata e caramelle, perchè qualcosa da mettere sotto i denti non manca mai.
Sembra proprio di partire per un viaggio, ed iniziamo l’incontro, ognuno con la propria parola pescata da un sacchetto.
Peccato che non è una bella giornata di sole, dopo un po’ inizia a piovigginare, ma per noi potrebbe venire la neve siamo tutti insieme al riparo e non abbiamo paura di niente.
Purtroppo arriva l’ora di lasciare la nostra nuova location, ci salutiamo, qualcuno inizia ad andare via… ma già….. il vagone va chiuso!… Cecilia come sempre a capo della missione da le indicazioni a noi che siamo rimaste ad aiutarla. Lei sopra il predellino noi sotto a chiudere i pannelli laterali , ma non scorrono… ah già ci sono i fermi da tirare su e rimettere giù…. o quanto pesano questi pannelli, poi bisogna tirare su uno scalino che collega la pedana al vagone… chiudere a chiave le porte… via, il primo lo abbiamo chiuso, anche il secondo…ormai è rimasto l’ultimo..facciamo svelti che piove più forte… Ma questo come si chiude? Non è come gli altri due, noooo c’è la catena, ma il lucchetto è bloccato. Non lo possiamo lasciare aperto… intanto ci viene un po’ di ansia, non sappiamo come fare e vai su, torna sotto prova a sbloccare il lucchetto alla fine Cecilia chiama Riccardo e troviamo un altro lucchetto e riusciamo a chiudere anche la terza porta…. Evviva ce l’abbiamo fatta! anche questa volta la grande Cecilia non ci ha delusooooo!!!!!
Il gorgo dell’Isone
Tutti si chiedevano che fine facessero quelle persone che andavano verso il borro dell’Isone e non tornavano indietro. Quale segreto poteva nascondere quel piccolo ruscello?
Gli anziani del posto tramandavano, di generazione in generazione, una storia che veniva raccontata fin da bambini. Lungo il fiume c’era un gorgo fondo e nero dove finivano le persone cattive ed i ragazzi disubbidienti e maldestri. Così nessuno aveva il coraggio di avventurarsi per quel sentiero.
Una sera un ragazzo uscì di casa e si perse nella notte in campagna, proprio lungo l’Isone. Per un po’ camminò sperando di trovare dei segnali che lo potessero riportare a casa , ma quando iniziò a sentire dei rumori, sentire voci e vedere i fantasmi a braccetto con la morte secca e i diavoli vestiti di nero che danzavano intorno a lui, iniziò a correre impauritissimo. Corri corri lungo il fiume arrivò ad uno slargo a lui familiare: era la piazza di Osteria Nuova dove abitavano i nonni, subito gli si aprì il cuore e si sentì più tranquillo. Tornato a casa raccontò agli amici quello che gli era successo, e che il gorgo in realtà non esisteva. Così la leggenda cambiò finale e crebbe una nuova curiosità di sapere la verità che spinse tutti ad andare a vedere di persona. Ancora oggi su quel sentiero c’è un bel via vai di persone che vanno a passeggiare.