Cartolina da Firenze – di Anna Meli

Splendida giornata di metà inverno. La tramontana di ieri ha spazzato via ogni ombra di umida nebbia e Firenze gode di un sole che mi accarezza con caldi raggi, mi riscalda piacevolmente passando attraverso la stoffa della mia giacca pesante.
Avevo trascorso bellissimi anni in questa città e da tempo sentivo una gran voglia di ritornarci. Studente della facoltà di architettura, avevo vissuto lì insieme ad altri miei coetanei, dividendo impegno e difficoltà negli studi, ma anche sogni e speranze per il futuro.
Con alcuni di loro avevo condiviso un piccolo appartamento all’ultimo piano di un antico palazzo. Mi ricordo quella finestra piccola che si apriva su una marea di tetti che non riuscivano, nonostante tutto, a nascondere la bellezza, anzi mettevano in risalto scorci pittoreschi di questa città a me così cara.
Belle sensazioni, rimaste da troppo tempo nascoste dentro di me, riemergono e mi accompagnano per strade e vicoli conosciuti e rimasti quasi del tutto uguali.
Entrando in Piazza della Signoria, mi dirigo lentamente verso la Fontana del Nettuno restaurata da poco e ne ammiro i getti dell’acqua zampillante. Sempre meravigliosi quei cavalli che emergono dalle acque e quel cocchio sovrastato dal “Biancone” imponente e fiero sulla cui testa tanto per sdrammatizzare camminano a turno vari piccioni!
Respiro profondamente chiudendo gli occhi e ricordo…,Ricordo una giovane bella ragazza che passeggia lungo i lati della fontana. Indossa un abitino leggero di colore rosso come le sue scarpe dal tacco alto ma non troppo, mi passa vicino, forse mettendo male un piede e……..quasi mi cade addosso.
Grande imbarazzo da parte sua, viso rosso in sintonia con tutto il resto e una vocina che fa:
– Scusa, scusa mi dispiace tanto! –
– A me per niente, anzi mi presento. Sono Sandro. –
– Io mi chiamo Marzia! –
E forse fu in quel momento che “ Cupido”, forse nascosto fra le Ninfee e i Fauni della fontana, scoccò la sua freccia. Momenti magici che rivorrei indietro.
Da allora ci ritrovammo spesso scoprendoci uniti anche da interessi comuni e il nostro amore fiorì fra musei e opere d’arte nella cornice di questa meravigliosa città.
Non ricordo bene come tutto questo finì o meglio come si logorò. Forse la causa fu il mio trasferimento a Parigi. Per un po’, ci scrivemmo o ci sentimmo per telefono; poi le pause divennero sempre più lunghe fino ad annullarsi. Anche le cose che spesso riteniamo le più importanti e durature possono dissolversi come nebbia al vento.
Mi allontano dalla nostra fontana. Ho comprato delle cartoline venendo qua, mi siedo al tavolino del bar e, nell’attesa di un caffè, incomincio a scrivere sperando che nel frattempo tu non abbia cambiato casa.
Ciao Marzia!!
Questa città è bellissima! Ieri sera uscendo dalla stazione ho rivisto la nostra fontana…ti ricordi? Ora l’hanno restaurata e è ancora più magica, specialmente di notte con le luci dal basso. Te la mando con un abbraccio per te. Avrò molto da lavorare ma cercherò di tornare al Museo che ti piaceva tanto…. quel giorno che sembravi una bambina in gita! Mi manchi e spero di rivederti
S.