Storie a ritroso – Cartolina da Roma: Stefania

La vacanza – di Stefania Bonanni

foto e disegno di Stefania Bonanni

Ricordo benissimo l’agitazione, i preparativi, i tentativi delle nostre famiglie di dissuaderci, anche di proibire , e la nostra ostinazione. Non ci fu nulla da fare….Non ci spostammo di un millimetro. Si era deciso: Roma Roma Roma. Il centro del mondo, della bellezza, il viaggio che ci avrebbe cambiato la vita. Quanto ci fece parlare la scelta delle cose da mettere in valigia, una valigia in due, naturalmente. E quante volte,  tra noi due, si commentava la tensione in casa “Ma hanno presente che siamo maggiorenni? Se continuano a rompere, si parte e ciao….permesso o non permesso” Un progetto bellissimo, ci siamo divertite tanto a parlarne, a sognare, a fantasticare. Ci aspettava Trastevere, Via Margutta, Campo de Fiori, ci aspettava Cinecittà, via Veneto, la Fontana di Trevi. Nessun dubbio sul fatto che aspettassero tutti noi. La vita era lì, quella splendente di arte ed artisti, e bastava andare a cogliere le occasioni. Io avevo una gran voglia di andare e “vivere”, anche se, in un angolino del cuore, sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento in cui ci saremmo allontanate, io e Marzia. Mi sentivo crescere una specie di  crepa, una ferita destinata a diventare una  frattura, lo sentivo e mi faceva un male profondo. Anche su questa Roma:, io mi volevo divertire, volevo conoscere un pezzo di mondo, e ridere con un’amica. Marzia comincio’ a dire che forse non sarebbe tornata a casa, che si sentiva un’attrice e che il suo posto non era un paesello di campagna come il nostro, pieno di gente ignorante e nessun artista. Non la presi sul serio, ma questi discorsi mi turbarono, mi lavorarono dentro. Era un giudizio che comprendeva anche me, che amavo tanto il paesello di campagna.

Si partì, comunque curiose, libere e felici. Roma ci sembrò di più: più grande, più bella, più bianca, più luminosa, più piena di monumenti più grandi, più piena di gente, di traffico, di piazze, di fontane. Tutte le città dovrebbero avere tante fontane, con acqua da bere e da rinfrescarsi,  e marmi lucidi e statue di giganti, di tritoni, di ninfe, di tartarughe. L’acqua fa belli i monumenti, e anche il contrario. Tutto era di più, più di come si immaginava. Quando, in un sole accecante, si arrivò davanti alla fontana di Trevi, ci si mise a sedere su uno scalino, in silenzio, e non fu facile allontanarsi. Tornammo in un giorno nuvoloso, una mattina presto, all’ora del tramonto. Si voleva vedere come giocavano le nuvole sui marmi, sull’acqua. Ci si andò di notte, in una notte  dipinta di stelle, e si rifece la Dolce Vita. Marzia faceva Anita Ekberg e chiamava “Marcello” con un accento così buffo che si comincio’ a ridere così tanto e così a lungo che si contendeva il rumore dell’acqua alla fontana. Senza dircelo, tutte e due si entrò nell’acqua, sempre ridendo. Si smise all’improvviso quando la luce di una torcia ci disegnò una cornice intorno, e ci permise di vedere il vigile urbano che ci illuminava mentre ci urlava di uscire subito, e che c’era la multa, per chi si bagnava nella fontana. Si scappò, ma più che correre si scivolava, e si ricominciò a ridere. Il vigile non ci insegui’, forse rideva anche lui.

Poi ci fu la parentesi “culturale”. Avevamo conosciuto un gruppo di ragazzi composto da musicisti, ballerine, pittori…noi che si poteva dire? Allora si raccontò di essere a Roma per Raffaello, che ci interessava l’arte e che avremmo visitato i musei vaticani. Per sapere cosa dire in caso di domande, il giorno dopo eravamo in coda per entrare ai musei vaticani. Si rideva in coda , si rideva per l’atteggiamento “serio” che si cercava di tenere, non facevamo che ridere. Salvo smettere di colpo, abbagliate da una meraviglia così meravigliosa che non c’erano parole per descrivere, che faceva sentire formiche, con gli occhi riempiti, la bocca spalancata, il cuore, lo stomaco, le vene, traboccanti dei colori più belli della vita. Gli occhi di Marzia erano brillanti di bellezza, ed io speravo di avere nei miei lo stesso stupore.

Passarono giorni velocissimi, ricordo quello che ho raccontato, ma non molto di più. Non c’era tempo per fare nulla…si correva dietro ai set, agli attori, alle osterie, a ripensare sembrava un frullatore, più che una vacanza.

Marzia si trasferì a Roma l’inverno successivo. Avrebbe fatto l’attrice, dicevano i suoi familiari.

Io rimasi molto male, è stato un dolore che è continuato moltissimi anni. Lei non mi ha mai cercata. Una notte di Pasqua l’ho riconosciuta in chiesa. Emozionatissima mi sono avvicinata: “non mi riconosci?” La risposta è gelo: “Ho dimenticato tutti quelli di quassù”. Fu ancora peggio della prima volta. Basta, era l’ora che capissi. Mi aveva cancellata.

Ma non sempre i pensieri si adeguano, ed ho continuato ad essere addolorata, per averla persa.

Ed oggi a Roma ho comprato una cartolina con una fontana di Trevi restaurata e bellissima, e l’ho spedita al suo ultimo indirizzo conosciuto. L’avevo chiesto a suo fratello una delle volte nelle quali avevo deciso di scriverle, senza poi farlo davvero.

Ciao Marzia!!

Questa città è bellissima! Ieri sera uscendo dalla stazione ho rivisto la nostra fontana…ti ricordi? Ora l’hanno restaurata e è ancora più magica, specialmente di notte con le luci dal basso. Te la mando con un abbraccio per te. Avrò molto da lavorare ma cercherò di tornare al Museo che ti piaceva tanto…. quel giorno che sembravi una bambina in gita! Mi manchi e spero di rivederti

S.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

6 pensieri riguardo “Storie a ritroso – Cartolina da Roma: Stefania”

  1. “Marcelloooo! Marcellooooo!” mi sembra di sentirvi da dentro la fontana di Trevi con “la dolce vita” in testa e sulle labbra…
    E poi Roma, che sí, è vero, è sempre tutta “troppo”. Un’esplosione di vita, dal cuore e dai visceri, davvero difficile da dimenticare. E da perdonare…

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  2. Appena finito di leggere ho pensato questo: che bel gioco è la vita,vale sempre e comunque di essere vissuta
    Grazie

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  3. Molto bella questa storia di amicizia che ha in sé elementi per non durare.E Roma come risalta nella sua grande bellezza.

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  4. Il tuo stile inconfondibile e la tua capacità di di andare oltre le parole per parlare di sentimenti, di emozioni mi affascina…anche questa volta hai saputo raccontare trascinandosi nella tua storia…

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