Incontro del 16 febbraio 2022

con Cecilia Trinci

La cartolina illustrata

ricostruire la storia tra due persone (Marzia e S.) che si conclude, un giorno, con queste parole di una cartolina:

Ciao Marzia!!

Questa città è bellissima! Ieri sera uscendo dalla stazione ho rivisto la nostra fontana…ti ricordi? Ora l’hanno restaurata e è ancora più magica, specialmente di notte con le luci dal basso. Te la mando con un abbraccio per te. Avrò molto da lavorare ma cercherò di tornare al Museo che ti piaceva tanto…. quel giorno che sembravi una bambina in gita! Mi manchi e spero di rivederti

S.

Scodella per gli dei: Nadia

Scodella per l’Olimpo – di Nadia Peruzzi

Chiare, dolci, fresche acque.

Che bello perdersi in questo gioco a pelo d’acqua. Il fresco dal palmo si diffonde e ti senti trasportare fin dentro quel liquido che si fa accogliente.

La scodella è piccola e quindi immagini di diventare un lillipuziano per poterti stendere dentro, come si fa su un letto confortevole, ma trasparente e liquido.

Questo pensiero induce una sensazione di vago torpore. Vorrei dormire, abbandonarmi. Tanto già sono ad occhi chiusi e Morfeo è pronto ad accogliermi. Poi l’immaginazione è li pronta a fare il resto.

Al risveglio però il quadro cambia.

Vedo i colori, la forma, il sapiente decoro del piatto che racconta una storia che si tramanda di generazione in generazione, forse viene dalla notte dei tempi. L’Umbria ,dove l’ho acquistato durante un viaggio, sfuma mentre sento con forza il mistero aleggiare attorno a me.

Viaggio a ritroso nel tempo. Sono nel Mito. Sono nella Grecia degli Dei dai difetti umani che osservano dall’alto il brulichio degli esseri viventi e lo scorrere delle loro vite.

Ho davanti a me il Monte Olimpo. Sono sul Monte Olimpo. Vedo Giove con i suoi fulmini, Eolo con i suoi venti, Era con le sue gelosie. E io con questa scodella davanti divento di colpo Ebe coppiera. Nel piatto non c’è più acqua ma un liquido ambrato con un profumo che inebria. Tutti si avvicinano per berlo. Cercano l’estasi.