Acqua versus fuoco – di Laura Galgani

Scodella scodella… per quanto tu sia bella per me equivali a “matrimonio “! Vi racconto perché : un collega di mio padre, che si chiamava Marcello Metti ed era un toscanaccio doc, dagli occhi azzurri e la voce roca, che quando raccontava le sue famose barzellette lo sapeva fare anche in falsetto per catturare meglio l’attenzione dei golosi ascoltatori, mi regalò per il matrimonio un servito completo da 12 della Richard Ginori, indistruttibile.
Lo uso ancora tutti i giorni, privilegiando la praticità sull’emotività, e di conseguenza rappresenta 30 anni di vita, dal 1992 al 2022, anche se il matrimonio non c’è più mentre i piatti sì, quasi tutti.
In quella scodella mi è stato chiesto di mettere una mano nell’acqua… ho provato subito una sensazione sgradevole, di freddo, quasi di dolore.
Ho pensato che avrei tanto voluto l’acqua fosse calda. Ho provato un forte desiderio di sensazioni opposte, di immergermi tutta, completamente, in una piscina termale calda calda.
Il contatto della mano bagnata con l’altra l’ho trovato ancora più sgradevole: la destra, almeno, era rimasta calduccina… poi invece anche quella si è fatta umidiccia e inutile, e allora per disperazione ho cercato di immaginare la sensazione gradevole che le mie mani mi avrebbero dato se l’acqua fosse stata calduccia…
Insomma, stasera fra la scodella retaggio di nozze ormai svanite e l’esperienza dell’acqua fredda ad occhi chiusi è quasi una tortura…