La scodella – di Tina Conti

Non è una scodella, ma un piccolo posacenere. Di vetro. Ho cercato fuori della mia camera di albergo un piatto appeso mi sembrava di averne visti in uno scaffale di legno, ma forse si trovano al piano di sotto e non mi e’ facile prenderlo in prestito, devo accontentarmi del posacenere che c’è in stanza.
Avrei usato, a casa, una bella scodella del servito buono dei mie suoceri che abbiamo ereditato, fa parte di un assortimento per 12 persone ricevuto in dono per le loro nozze, ha un profilo in oro ,e una decorazione sul bordo con piccoli fiori celesti, sul tavolo appare raffinato ed elegante.
Ricordo di tanti momenti e pranzi in famiglia, viene usato con molta attenzione e solo in occasioni importanti perché è per noi prezioso e non va in lavastoviglie, complicando le abitudini sbrigative dei nostri giorni.
Manca solo un pezzo dei dodici e sulla tavola ci riempie di gioia e ricordi.
Invece oggi le mie mani hanno toccato un oggetto rotondo, con quattro scanalature sul bordo, per poggiare le sigarette, pesante, con delle calcomanie su tre lati.
E’ piacevole al tatto ma freddo e piccolo se deve servire per le due mani.
La mano sinistra ha avuto un brivido durante il primo contatto con l’acqua, poi si è rinfrescata e bagnata, la destra ha trovato un po’ di umidità e basta, si è accontentata, ho sentito che il calore della pelle asciugava presto le mani, e ho pensato alla bellezza di questo gesto e al contatto con questo elemento.
Amo molto l’acqua e le sensazione che dà sul corpo, come sulle mani, ho pensato quanto e’ preziosa e indispensabile per la vita e per il mondo.
Io mi bagno spesso anche in acque poco calde, qui, all’aperto fra la neve esco quasi ogni giorno per un bagno in una fumante vasca da idromassaggio.
Dopo le giornate al freddo e al sole della montagna non uscirei mai da questo tepore che accarezza e avvolge, la corsa a indossare l’accappatoio risveglia subito i sensi e predispone al rilassamento nella stanza dove posso leggere e ascoltare musiche, sollecitata da profumi e immagini che dalle grandi vetrate mostrano un paesaggio magico che si oscura pian piano illuminato dai bagliori delle luci che riflettono il banco della neve.
La tua “amicizia” con l’acqua è così evivace che fa dimenticare la scodella, anzi il portacenere!
Hai dentro di te spazi ben più grandi e mi piace immaginarti tra la neve immergerti in acque poco calde che regalano al corpo e alla mente sensazioni di energia e giovinezza
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Bello, grazie
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