La scodella della prima comunione – di Lucia Bettoni

La scodella della mia prima comunione
L’ho comprata insieme a mio padre, io e lui, quasi sessanta anni fa
Accarezzo con i polpastrelli l’acqua fresca, acqua da respirare, acqua gentile, acqua rigeneratrice
Ho voglia di entrarci dentro, fluida come se fossi un pesciolino
Immergo la mia mano: è bellissimo, è ancora più fresco, e il desiderio di scivolare più giù è forte
Penso alla bellezza dell’acqua, l’acqua con la quale ho giocato tanto da bambina
L’acqua del mio lago, l’acqua del fosso che attraversava i campi
Con l’acqua e la terra modellavo forme che diventavano cubi o parallelepipedi: vendevo terra in panetti!
Poi una mano calda si è unita alla mia
Non ero più sola a giocare, c’era anche una mano forte, tenera, accogliente che si è unita a me in un incontro pieno di tutto, di tutto ciò di cui avevo bisogno: una mano amica
Ma quanto è grande la mia scodella!
Non avrei mai immaginato di poterci entrare in due
Adesso siamo entrambe dentro, io e l’amica mia
Stiamo bene, non siamo neppure sovrapposte, possiamo stare l’una accanto all’altra: io sempre un po’ più fresca, lei sempre un po’ più calda
Una bella unione la nostra
Una vera comunione
Una scodella gigante che contiene: pesciolini, cuori, mani, tenerezza, ricordi….mai solitudine, mai!
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Bello,acqua e terra, giochi fantastici che potevano tutto, grazie
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Quanto calore in quelle mani che impastano acqua e terra, una vera “fattrice” che con spirito pragmatico offre in vendita la materia prima affinché altri possano plasmare la materia e creare nuove forme…
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