Sorelle nell’acqua – di Sandra Conticini

Sono affezionata a queste scodelle che uso tutti i giorni ormai da anni. Ne avevo diverse, ed erano state prese con i punti e, anche se ne ho rotte poche, ora la riserva è quasi finita. Potrebbero raccontare tutte le mie ricette buone e meno buone, il mio modo di sbattere le uova e montare chiare ed anche quanto hanno sofferto quando mia figlia ha iniziato a mangiare i primi passati di verdura. Ne ho scelta una non troppo nuova né troppo vecchia, ma comunque con dei graffietti grigiastri sul fondo. Ormai è questo il tipo di scodella che uso da diverso tempo, è molto semplice, bianca, lineare con un fiocchetto da una parte sempre bianco. Anche se ho altri tipi di scodelle in casa a queste sono molto affezionata e non riesco a cambiarle, perchè le stoviglie bianche mi piacciono, le metto in lavastoviglie senza pericolo che cambino colore o che si scoloriscano.
Chiudendo gli occhi e passandoci la mano dentro e fuori ho sentito che il bordo era in certi punti più largo e in altri più stretto, cosa che non avevo mai notato, ho riconosciuto il fiocchetto che ha su un lato ed anche una piccola sbeccatura nella parte esterna del bordo. Poi ho messo la mano sinistra nell’acqua, mi sono emozionata, avevo paura? Non lo so, ma ero molto titubante, e quando le prime dita hanno toccato l’acqua ho sentito una specie di brivido correre lungo la schiena, forse avevo paura che mettendola tutta nell’acqua debordasse. La mano ha sentito un fresco piacevole e allora si è rotolata in quest’acqua pulita, ma si sentiva sola e non si divertiva ma, quando ha sentito arrivare la sorella che l’ha accarezzata, hanno congiunto le dita, grogiolate in quell’acqua fresca si sono sentite contente stando bene tutte e due.
