con Cecilia Trinci
La Candelora. Il cielo è sereno, il sole deciso, almeno nel primo pomeriggio. Ci incontriamo quando la luce comincia a calare, ma l’aria di febbraio contiene già una promessa di primavera e trasmette speranza di uscire presto dal tunnel del Covid. Così mi azzardo a prevedere, verso maggio che arriverà, una “festa finale” in presenza, con tanto di abbracci a lungo repressi, chiacchiere dal vivo e buon cibo da assaggiare.
Vorrei portare, quel giorno, la lettura “a più voci” del frutto saporito del nostro Festival di storie, che mi piace commentare oggi, sottolineando i diversi “incipit” che subito ci fanno catapultare dentro le belle storie, ognuna diversa dalle altre, i diversi ambienti e registri comunicativi.
Riassumiamo insieme le storie fin qui pubblicate, che seguono il carattere di ogni autore, con adeguato stile perfettamente riconoscibile, in cui ognuno di noi sa esprimersi al meglio: una carrellata di parole suggestive, che suggeriscono senza appesantire, emozionanti senza retorica, colorate senza zavorre.