In questo Festival leggeremo storie parallele. Tutte partono dallo stesso spunto e da alcuni obblighi: Il luogo (lago), le parole: sospiro, zuppa di porri e suora
NEL CONVENTO – di Anna Meli

In alto sulla collina non molto distante dal paese c’era il Convento.
Da lassù, facendo un giro di 360°, si potevano osservare in lontananza catene di monti azzurrognoli che, a prima vista, sembravano più bassi, ma così non era.
Nelle giornate limpide il sole al tramonto vi si nascondeva e, con gli ultimi raggi, illuminava obliquamente a valle un piccolo lago dove le rane gracidavano quiete nascoste nel canneto.
Vecchie mura coperte di edera circondavano il convento proteggendo preghiere e silenzio in un’atmosfera di impalpabile misticismo. Un tempo molte suore venivano mandate là per gli esercizi spirituali; poi pian piano con l’avvento della modernità e forse anche a causa delle minori vocazioni, il convento era diventato casa di poche religiose che, un po’ per necessità, un po’ per non sentirsi troppo sole avevano pensato di essere utili alla gente del paese mettendo su un piccolo asilo per i bimbi.
Suor Rosaria si occupava della spesa e della cucina, Suor Brigida stava con i bambini impegnandoli nei giochi e le altre tre sorelle ormai vecchie passavano la maggior parte del loro tempo lavorando a maglia o sonnecchiando con il rosario in mano in una tiritera di litanie e ora pro nobis.
Quel giorno tutto si svolgeva come di consueto: le tre vecchie suore godevano del tepore del sole di aprile snocciolando il rosario, i bambini correvano rossi e felici dietro una palla e suor Brigida con la veste impolverata faceva l’arbitro moderatore della competizione.
Un odore di zuppa di porri proveniente dalla finestra della cucina si spandeva nell’aria facendo indovinare il menu di mezzogiorno.
Forse attirato da quell’odore forte, forse perché stanco, un vecchio malconcio con in testa un cappellaccio sformato, la barba lunga di giorni, appoggiandosi ad un bastone d’occasione, si era fermato davanti al cancello e faceva dei gesti per attirare l’attenzione.
Suor Brigida senza esitare lo aveva fatto entrare e gli aveva offerto una sedia per riposare, mentre i bambini osservavano incuriositi bisbigliando fra loro. Gli fu portata una brocca d’acqua con la quale si sciacquò le mani e un po’ il viso; bevve la rimanente emettendo un sospiro di gradimento.
Da poco era suonata la campana che avvertiva l’ora di pranzo e i bambini si erano già seduti al lungo e basso tavolino aspettando, con una fame da lupi, ma…quel giorno fu deciso che avrebbero mangiato in cortile seduti sul muretto insieme a quel singolare “signore”.
Fu una cosa nuova, ma apparve semplice e naturale. Dopo aver mangiato, il vecchio ringraziò molto educatamente per l’ospitalità e, frugando nel suo borsone, tirò fuori delle noci, una per ogni bambino, quasi fosse il nonno di ognuno. Poi in modo goffo tese la mano verso suor Brigida che ricambiò abbastanza imbarazzata con una stretta sfuggente mormorando:- Sia lodato Gesù Cristo-
Lui rispose alzando gli occhi al cielo:-Sempre –
E…non è solo fantasia