In questo Festival leggeremo storie parallele. Tutte partono dallo stesso spunto e da alcuni obblighi: Il luogo (lago), le parole: sospiro, zuppa di porri e suora
Per non lasciarsi più – di Carmela De Pilla

-Sono venuto per ringraziarti Suor Maria, se non fosse stato per te avrei perso la partita più importante della mia vita.
-Ho fatto solo quello che mi ha suggerito il cuore, niente di più, ti conosco da troppo tempo e so che i tuoi sentimenti sono sinceri, vieni ti offro un thè così mi racconti.
Si sono seduti uno difronte all’altra, Suor Maria gli prese le mani come ai vecchi tempi, lo guardò negli occhi e disse – Coraggio racconta, se ne parli quel momento ti entra dentro e lo senti ancora più tuo.
– Ti aprirò il mio cuore come ho sempre fatto Suor Maria, quando sono entrato nella sala d’attesa era seduto sulla solita poltrona di vimini, un tuffo al cuore mi ha annebbiato la vista, sul suo viso un disagio che cercò di camuffare con un sorriso appena accennato poi si alzò e con passo lento e incerto si avvicinò a me e successe una cosa straordinaria, le nostre mani si avvinghiarono l’una all’altra così forte che sembrava non volessero più lasciarsi.
Quella stretta forte e decisa, ma allo stesso tempo tenera e rassicurante mi aveva riportato al momento in cui ci siamo lasciati e soprattutto al motivo per cui ci siamo lasciati e mi sono sentito un traditore verso me stesso e verso di lui.
Abbiamo vissuto due giorni indimenticabili, sai? Lontano dagli occhi indiscreti della gente che ci guarda solo per la necessità di ficcare il naso negli affari degli altri.
Io lo osservavo senza mai saziarmi della sua presenza forse perché il suo abbigliamento sportivo metteva ancora più in evidenza il suo aspetto giovanile o più semplicemente perché mi era mancato tanto…avevamo voglia di fare due passi così siamo usciti.
Un’atmosfera magica e quasi malinconica, complice di quel momento così intimo e finalmente senza veli li avvolse, la nebbia aveva attenuato il blu del lago e del cielo e quell’aria umida sembrava volesse proteggerli, tutto sembrava più lento perfino il loro respiro, assaporarono ogni attimo e mano nella mano si avviarono verso quel lago amico che era stato testimone del loro amore
La giornata si avviava verso quel momento che preannuncia il buio della notte e i limoni come tante candele accese davano una nota di allegria, quel giallo intenso che spiccava contro il cielo plumbeo stampò sui loro volti un timido sorriso.
-Gli ho detto che sei stata tu a dirmi dove potevo trovarlo, gli ho detto anche che non lo avevo dimenticato poi gli ho messo la mano sulla spalla e gli ho detto
– Ho lasciato mia moglie, se vuoi…
Lui mi ha guardato con un sorriso perso nel vuoto, ma così radioso che il volto s’illuminò e allora ho capito, in quel momento abbiamo tirato un sospiro ricco di tante parole non dette e ci siamo sentiti finalmente liberi di entrare nel nostro sogno.
Sapevo che lui andava matto per la minestra di porri così avevo detto alla proprietaria dell’albergo di prepararla per due e prima di entrare ci siamo stretti in un tenero abbraccio e ci siamo promessi che non ci saremmo più lasciati.
-Hai fatto la cosa giusta Francesco, ti sei liberato di una spina che avrebbe provocato solo tanto pus, io sono una religiosa e non dovrei nemmeno dirle queste cose, ma ora non è la suora che ti parla, ma Maria, io so che ognuno di noi ha il compito di cercare la propria felicità e tu con il tuo coraggio la stai cercando, altrimenti che ci stiamo a fare su questa terra?
-Ti voglio troppo bene, Suor Maria.
Molto bello e toccante..finalmente liberati e finalmente l libertà di dare un nome al proprio senza doversi nascondere.
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” Ho fatto solo quello che il cuore mi ha suggerito”
Il cuore è un ottimo navigatore
Tu un’ottima narratrice di luoghi fatti e….sentimenti❣
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Un amore, grazie
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Mi sono piaciuti molto i limoni come candele nell’atmosfera plumbea che danno allegria… E l’intimità dei cuori che si raccontano in punta di penna.
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